Uccise il commercialista nella cascina: l'agricoltore Vailati condannato a 16 anni
L'omicidio per vecchie ruggini legate alla vendita all'asta di terreni e proprietà. Dna del commercialista sotto le unghie di Vailati
L'agricoltore 61enne Francesco Vailati di Massalengo condannato a 16 anni per l'omicidio del commercialista di Lodi Antonio Novati.
L'agricoltore condannato per l'omicidio del commercialista
Il Tribunale di Lodi nella giornata di lunedì 5 febbraio 2024 ha condannato a 16 anni di carcere l'agricoltore 61enne Francesco Vailati: come da sentenza di primo grado emessa una manciata di ore fa, il 61enne avrebbe ucciso a coltellate il commercialista di Melegnano Antonio Novati.
L'omicidio era avvenuto il 20 aprile dello scorso anno, secondo le indagini nel cortile di Cascina Passerina, in territorio comunale di Massalengo, alle porte di Lodi e di proprietà di Vailati. Il commercialista 75enne era stato però trovato nei pressi di un crocevia nelle campagne di Massalengo a circa quattro chilometri di distanza da Cascina Passerina - lì, dopo il decesso, lo avrebbe portato Vailati stesso.
Qui il professionista milanese, conosciuto sia in città che in provincia, era stato trovato ormai privo di vita sul sedile posteriore della propria automobile con profonde ferite di arma da taglio sia alla schiena che all'addome.
Nel giro di poche ore però i carabinieri di Lodi, coordinati dalla locale Procura, avevano ricostruito la vicenda puntando direttamente sull'agricoltore.
Ruggini e rancori per le vendite all'asta
Secondo le indagini, il movente dell'omicidio andrebbe ricercato in una serie di ruggini e rancori che l'agricoltore avrebbe nutrito nei confronti del commercialista. Il professionista Novati infatti per conto del Tribunale di Lodi stava seguendo la vendita all'asta di varie (e consistenti) proprietà di Vailati, tra cui terreni, magazzini, un'ampia cascina e via dicendo.
Il dna del commercialista sotto le unghie dell'agricoltore
Nella ricostruzione dell'accaduto fatta dagli inquirenti, rientra anche il fatto che sotto le unghie dell'agricoltore 61enne sia stato trovato il dna dal notaio. Durante i vari interrogatori, Vailati aveva sempre negato qualsiasi addebito e, sempre secondo le indagini, dopo l'omicidio avrebbe anche sgozzato una gallina nel cortile di Cascina Passerina nel tentativo di depistare le indagini.
Inoltre sempre l'agricoltore aveva provato a scaricare tutte le responsabilità dell'accaduto su un uomo di origine sudamericana che si trovava lì nei paraggi. Dalle indagini però il soggetto è risultato completamente estraneo all'omicidio del commercialista Novati.