Accusato di turbativa d'asta e poi assolto. Uggetti: "Il mio un caso di malagiustizia"
Simone Uggetti è intervenuto nel dibattito dal titolo "Amministrare il territorio tra soddisfazioni e rischi".
Condannato a 10 mesi di carcere nel 2018 con l'accusa di turbativa d'asta, dopo che nel maggio 2016 era stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Lodi e detenuto a San Vittore per 10 giorni, a cui sono seguiti 25 ai domiciliari. Nel mezzo aveva dovuto rinunciare alla sua carica di sindaco, con la città che era stata chiamata a nuove elezioni.
Ex sindaco di Lodi: accusato di turbativa d'asta e poi assolto
Nel maggio di quest'anno la Corte d'Appello di Milano ha ribaltato il giudizio: Simone Uggetti, ex primo cittadino di Lodi, tra le file del Pd, dal 2013 al 2016, è stato assolto. Ieri, sabato 17 luglio 2021, come riporta Prima Como, è stato ospite al parco del Bersagliere di Cantù in occasione della Festa dell’Unità, dove è intervenuto nel dibattito dal titolo "Amministrare il territorio tra soddisfazioni e rischi", insieme a Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia e sindaco di Tremezzina. A moderare l'incontro è stato il consigliere regionale Pd Angelo Orsenigo, lui stesso in passato primo cittadino a Figino Serenza.
Accusato di turbativa d'asta, poi assolto: la storia dell'ex sindaco Pd
I fatti risalgono al 2016. Uggetti venne accusato in relazione ad un appalto per l'affidamento, della durata di sei anni, della gestione delle piscine scoperte di Lodi del Belgiardino e di via Ferrabini. Nel processo di primo grado venne condannato a dieci mesi di reclusione, poi nel maggio di quest'anno la Corte d'Appello di Milano l'ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste.
Un caso che ha letteralmente fatto il giro d'Italia. Sia la Lega che il Movimento 5 Stelle, nel 2016 scesero in piazza contro Uggetti, con lo scopo di chiederne le dimissioni. L'attuale Ministro degli Interni, Luigi di Maio, dover aver saputo dell'assoluzione dell'ex sindaco Pd, ha scritto una lettera al quotidiano Il Foglio: "Mai più gogna come strumento di campagna elettorale. Anche io contribuii ad alzare i toni e a esacerbare il clima. Giusto che in questa sede io esprima le mie scuse. Glielo dovevo".
Dentro l'incubo
"La mia è stata una storia di malagiustizia, di cattiva interpretazione della giustizia ed esaltazione massima del ruolo di responsabilità dei sindaci. Come ha detto il mio avvocato, in uno dei tanti dibattimenti che ci sono stati, non si sono cercati i fatti ma la colpevolezza. Fin dall'inizio, dall'esposto dalla denuncia, vi erano tutti gli elementi per comprendere che era una semplice e banale vicenda amministrativa. Sono stato 10 giorni a San Vittore, 25 ai domiciliari, che per me non furono meno pesanti. Sei rinchiuso mentre tutti parlano di te, il livello di pressione è alto, è stata una situazione dura a livello psicofisico. Sono stato arrestato per un appalto dal valore economico di 5mila euro, con l'accusa non di averli intascati, ma di aver favorito una società a partecipazione pubblica", ha racconto Uggetti.
L'appello alla politica
"Gli avversari vanno battuti su idee, impegno, valori e visioni. Io sono stato fortunato ad avere una sentenza di secondo grado positiva, bisogna stare attenti, combattere a viso aperto nel ruolo di sindaci ma mai metterla sul piano personale, di accanimento o di odio. I 5 Stelle hanno creato un clima negativo, c'era il tifo su intercettazioni e avvisi di garanzia. Non so se le scuse di Di Maio siano vere, ma si tratta di un fatto politico importante e rappresenta una maturazione del pensiero. Ricordo anche un celebre gesto di Matteo Salvini, che riferendosi a me, fece il gesto delle manette".
Il rapporto con la comunità
"Il rapporto con la mia città è stato uno di quegli elementi che mi ha dato forza in questi anni, escludendo qualche avversario politico o haters. Io sono sempre andato in giro a testa alta. Commuovente vedere i miei cittadini fare il tifo, anche pregare per me. Mi sono sempre sentito parte della comunità, anzi penso di aver ricevuto maggior affetto rispetto a quando ero in carica. Da lì mi è arrivata una forza clamorosa dal punto di vista morale. Sarò sempre grato alla mia comunità per la vicinanza e l'affetto".
Gli altri casi
"Un conto è se un sindaco ha una responsabilità politica e ha un procedimento per arricchimento penale, in quel caso, se i fatti sono attestati, ci deve essere severità. I sindaci di Milano, Venezia, Parma, Livorno, Mantova hanno ricevuto avvisi di garanzia, quando sei in un capoluogo, lo ricevi per l'esercizio delle tue funzioni. Un sindaco è stato accusato di abuso di ufficio per aver usato la macchina della moglie in Ztl, perché la sua era dal meccanico. Per fortuna che nei giorni precedenti aveva avvisato gli uffici con una mail. Penso ci sia un meccanismo deformato all'interno delle istituzioni, si tratta di un elemento problematico e drammatico. Pensiamo anche a Silvio Berlusconi, finché non è entrato in politica non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, poi 30 procedimenti giudiziari. Non era un santo prima, ma forse dopo c'è stato un elemento di accanimento nei suoi confronti".
Guerra: "Ridisegnare il sistema di responsabilità"
Dopo l'intervento di Uggetti, spazio a Mauro Guerra che ha parlato del tema della responsabilità dei sindaci. "Non serve solo avere un sistema più equilibrato, per non rovinare la vita alle persone e alle loro famiglie, le loro prospettive di lavoro e carriera. Se il 97% degli avvisi di garanzia finisce con nulla di fatto, ma cambia l'amministrazione di una città, come successo a Lodi, questo mina la democrazia stessa. Inoltre serve maggiore serenità per amministrare perché un sindaco vive con disagio, se sa che, se si muove un sasso dalla montagna del suo Comune, rischia di essere indagato. Quanto cose succedono per cui un sindaco non può realmente avere il controllo?".
"In accordo con la Prefettura di Milano, come Anci Lombardia abbiamo fatto uno studio sugli atti intimidatori, da cui sono emersi dati che preoccupano. Non c'è solo il mafioso di turno che minaccia il sindaco, ma c'è anche uno sproposito di esposti infondati e temerari. Questo è un elemento di intimidazione della democrazia. Viene scientemente utilizzato ed è un problema per la vita democratica".
In conclusione: "Non si chiede l'impunità, ma si chiede di poter essere responsabili su ciò di cui si ha davvero controllo. Serve ricostruire il sistema di responsabilità e ridisegnare il confine penale".