Lodi

Zio 48enne e nipote 29enne: ecco chi sono i due fermati per l'omicidio di "Rambo" Bolzoni

Entrambi disoccupati, conviventi e amanti delle scommesse. Frequentavano spesso il centro Snai insieme al 60enne assassinato

Zio 48enne e nipote 29enne: ecco chi sono i due fermati per l'omicidio di "Rambo" Bolzoni
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Ecco chi sono i due fermati per l'omicidio di Roberto Bolzoni: il 48enne Roberto Zuccotti e il 29enne Andrea Gianì, zio e nipote disoccupati e amanti delle scommesse.

Chi sono i due fermati per l'omicidio di Bolzoni

Uno 48 anni, l'altro 29. Entrambi disoccupati ed entrambi amanti delle scommesse, tanto che spesso andavano al centro scommesse Snai di via Filiberto Villani a Lodi proprio insieme al 60enne Roberto Bolzoni.

I due fermati dai carabinieri per l'omicidio di "Rambo" sono Roberto Zuccotti (il 48enne) e Andrea Gianì (il 29enne): zio e nipote, entrambi disoccupati, conviventi (almeno a più riprese) nel quartiere San Fereolo, a poca distanza da dove abitava Bolzoni, e appunto amanti delle scommesse. Zuccotti, tra l'altro, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti.

Ultimamente, almeno secondo le indagini, i tre spesso uscivano insieme con destinazione il punto Snai.

Il punto Snai di Lodi dove Bolzoni, Zuccotti e Gianì avrebbero trascorso parte di domenica scorsa:

La ricostruzione dell'accaduto

Così avrebbero fatto anche la scorsa domenica 16 febbraio 2025, quando di Bolzoni si sono perse le tracce. Il 60enne avrebbe accompagnato in auto la moglie Anna Liyubin al lavoro al ristorante cinese Hong Kong di viale Genova, dopodiché sarebbe rincasato qualche istante e infine sarebbe uscito nuovamente, senza in ogni caso portare con sé il suo inseparabile cagnolino bianco.

Come spesso succedeva, anche quel giorno sarebbe andato a prendere a casa, a bordo della propria Golf bianca, Zuccotti e Gianì e poi insieme sarebbero andati al centro Snai. Come poi appurato dagli inquirenti grazie alle telecamere, i tre avrebbero lasciato il centro scommesse verso le 18.30 di domenica 16 febbraio 2025.

A quel punto, il vuoto. Più o meno a quell'ora il segnale del cellulare di Bolzoni si interrompe. E alla sera, rientrata a casa dal lavoro, la moglie del 60enne non trova suo marito. Prova a cercarlo e a rintracciarlo: niente da fare. Dopo una notte di angoscia, la mattina di lunedì 17 febbraio 2025 chiama il 112 e denuncia la scomparsa del coniuge.

Alla fine, nella giornata di martedì 18 febbraio 2025, mentre passeggia a poca distanza da casa con il cagnolino, nota la Golf di Bolzoni parcheggiata in piazza Omegna. Sbircia dentro l'abitacolo e vede suo marito ormai senza vita.

Un'impronta digitale di Zuccotti e tracce di sangue sulle scarpe

A indirizzare i carabinieri di Lodi e del Ris di Parma, coordinati dalla sostituta procuratrice Martina Parisi e dalla procuratrice capo Laura Pedio, verso Zuccotti e Gianì, sarebbe stata un'impronta digitale di Zuccotti rinvenuta tra le tracce di sangue all'interno della Golf di Bolzoni.

Delle indagini si stanno occupando i carabinieri di Lodi e il Ris di Parma
Delle indagini si stanno occupando i carabinieri di Lodi e il Ris di Parma

Il 48enne infatti come detto è già conosciuto alle forze dell'ordine e di conseguenza i Cc hanno impiegato poco a trovare una corrispondenza tra le tracce sull'auto e l'impronta digitale di Zuccotti registrata in occasione di qualcuno dei suoi trascorsi con la giustizia.

A quel punto l'autorità giudiziaria, stanti le immagini delle telecamere che riprendono, insieme, Bolzoni, Zuccotti e Gianì, e l'impronta digitale del 48enne sull'auto, ha disposto il fermo di indiziato di delitto per Roberto Zuccotti e suo nipote Andrea Gianì. I carabinieri si sono presentati alla loro porta nella notte tra sabato 22 febbraio e domenica 23 febbraio 2025.

Dalle analisi compiute sul momento dal Ris di Parma, sarebbero emersi dettagli interessanti riguardanti le scarpe di entrambi: le calzature infatti sarebbero state lavate, ma su entrambe le paia l'esame del tampone eseguito dal Reparto investigazioni scientifiche avrebbe evidenziato tracce di sangue.

Accusati di omicidio volontario e rapina

Per entrambi l'accusa, per il quale è stato emesso il fermo, è di omicidio volontario e rapina. Bolzoni infatti, come stabilito dall'autopsia, è stato ucciso da 35 coltellate sferrate con una piccola lama - forse un coltello a serramanico, non ancora rinvenuto - tra viso e collo. Fatale, in questo caso, un fendente alla giugulare che l'ha dissanguato.

Ma non solo l'omicidio. Di Bolzoni infatti sono spariti portafogli, cellulare, una collanina e un anello. L'attuale quadro della situazione lascia pensare, forse, ad una rapina legata a qualche debito - magari di gioco.

Il carcere di Lodi, dove Zuccotti e Gianì sono al momento rinchiusi
Il carcere di Lodi, dove Zuccotti e Gianì sono al momento rinchiusi

Il 48enne e il 29enne, dopo essere stati fermati, sono stati portati nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Lodi per un primo interrogatorio e poi in carcere. Nel corso dell'interrogatorio il 48enne si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha nominato un avvocato di fiducia.

Il 29enne invece ha nominato l'avvocato milanese Alessandro Corrente. Gianì, dal canto suo, avrebbe confermato di aver raggiunto il punto Snai insieme a Zuccotti e Bolzoni domenica 16 febbraio 2025: una volta lasciato il centro scommesse, il 29enne ha spiegato di essere stato riportato subito a casa. Delle tracce di sangue sulle scarpe non avrebbe saputo fornire spiegazioni.

Dal canto loro, stando a quanto emerge, i parenti di "Rambo" Bolzoni mai prima d'ora avrebbero sentito parlare dei due soggetti fermati dai carabinieri. Nelle prossime ore l'udienza di convalida del 48enne e del 29enne.

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