"Grazie, Presidente": la lettera di Baffi per la visita di oggi di Mattarella a Codogno
"Come cittadina orgogliosamente codognese sono felice che il nostro Presidente abbia voluto rendere un tributo al primo Comune coinvolto".
Nella giornata di oggi, 2 giugno 2020 festa della Repubblica d'Italia, il Presidente Sergio Mattarella ha scelto di omaggiare Codogno (paese simbolo della pandemia e della resistenza al Coronavirus) con la propria presenza per celebrare questa importante giornata al fianco del sindaco Francesco Passerini e del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.
Patrizia Baffi, al centro delle polemiche degli ultimi giorni per la sua nomina alla presidenza della commissione d'inchiesta istituita da Regione Lombardia per verificare che non vi siano stati errori durante la gestione dell'emergenza, ha voluto scrivere una lettera ringraziando il Presidente.. e non solo.
La lettera di Baffi
E’ particolarmente significativo il fatto che il Presidente Mattarella abbia scelto di celebrare il 2 Giugno, data fondativa della Repubblica, proprio a Codogno.
Come cittadina orgogliosamente codognese sono felice che il nostro Presidente abbia voluto, in tal modo, rendere un tributo, innanzitutto simbolico, al primo Comune coinvolto e, per questo motivo, divenuto anche il più tragicamente famoso, nostro malgrado.
Per questo tributo, quindi, io dico “Grazie, Presidente”. Grazie per essere vicino alla nostra comunità.Ma dico anche grazie per le parole che hanno accompagnato questa visita.
Sergio Mattarella ha chiesto che la malattia non sia brandita dagli uni contro gli altri; perchè c’è “qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro”.
Le polemiche per la nomina di Baffi
Nell’ultima settimana ho dovuto confrontarmi con polemiche miopi e talvolta offensive, da parte di esponenti politici che a Roma governano e a Milano sono all’opposizione. A costoro dico: le parole di Mattarella dimostrano che dobbiamo far rinascere la Repubblica, non combattere guerre civili; non ci sono dittatori assassini da fucilare, ma sistemi di prevenzione e cura da rifondare.
La pandemia ci ha dimostrato che tali sistemi non erano pronti nè a Roma nè a Milano (e nemmeno in gran parte dell’Occidente).
Per questo è un grande onore, per me, presiedere la prima Commissione d’Inchiesta sul Covid19 in Europa, alla quale mi auguro ne seguano altre, così a Roma come nelle regioni e capitali continentali flagellate dal Coronavirus.Lavorerò nell’interesse dei miei concittadini e per contribuire a migliorare la nostra Regione, come ho sempre fatto dall’inizio del mio impegno.
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