dal Pd di Codogno

Lettera a Baffi: "Cara Patrizia, il tuo territorio non ti ha chiesto di candidarti ma di fare un passo indietro"

Così il Pd di Codogno rimarca la propria posizione.

Lettera a Baffi: "Cara Patrizia, il tuo territorio non ti ha chiesto di candidarti ma di fare un passo indietro"
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La nomina di Patrizia Baffi (consigliere Regionale ora schierata tra le fila di Italia Viva e precedentemente membro del Pd) alla presidenza della commissione d'inchiesta su quanto fatto da Regione Lombardia in questo periodo di emergenza non è proprio andata giù al Pd, in particolar modo al circolo di Codogno, dove Baffi è stata nominata e dal quale è partita la sua carriera politica.

In una lettera indirizzata alla stessa Baffi il Circolo le chiede di dimettersi dalla sua posizione di presidenza e, fondamentalmente, di smetterla di dichiarare che lo sta facendo per il suo territorio. 

LE PUNTATE PRECEDENTI:

Caso Baffi: la renziana non si dimette e il Pd la “espelle” dalla minoranza

Da Codogno alla Presidenza della Commissione d’inchiesta di Regione sul Covid-19: la ribalta di Patrizia Baffi

La lettera a Patrizia Baffi

Cara Patrizia,
ti abbiamo voluto bene.
E proprio per questo bene ti abbiamo perdonato tanto, forse troppo. Ti abbiamo politicamente perdonato la lunga fila di foto che ti scattavi con tutti i rappresentanti del centro destra locale e regionale; ti abbiamo perdonato quando hai portato un fiorente circolo ricco di idee e di passione, come quello di Codogno, a perdere decine di iscritti.
Ti abbiamo perdonato quando non ti opponevi in modo deciso alla chiusura del punto nascite a Codogno e quando, da consigliere regionale, nulla hai fatto di concreto per il nostro ospedale. Quando da segretaria cittadina non intervenivi sui costanti problemi di Codogno e non esprimevi una linea politica chiara, preferendo imbarazzanti silenzi.
Ti abbiamo perdonato quando ti dichiaravi politica di centro sinistra ma non agivi come tale. Non dovevamo farlo. Ti abbiamo sostenuto con tutte le nostre forze nella campagna elettorale regionale e, grazie anche al nostro impegno, sei stata eletta.
Grazie a quella passione e a quell'impegno che oggi non viene ripagato. Anzi, hai abbandonato il circolo di Codogno senza un saluto, senza una spiegazione a chi ti aveva sostenuto e abbiamo dovuto sapere tutto solo dalla stampa! Che tristezza!
Siamo politicamente e soprattutto umanamente delusi. E' per questo che ora non ti possiamo perdonare, non solo il cambiamento di partito ma, oggi è chiaro, il cambiamento di schieramento. Sei diventata, con la tua nomina alla presidenza della commissione che indagherà sulla tragedia Covid, una stampella del centro destra, nominata dal centro destra a sostenere il centro destra.
In una delle tante interviste che stai rilasciando in questi giorni dici: "Ho deciso di candidarmi (come presidente della commissione) perché il mio territorio me lo ha chiesto".
No, Patrizia. Questo è troppo.
Il tuo territorio, migliaia di persone, chi ti ha votato perché ti chiedeva di portare avanti un ideale che oggi hai snaturato, ti sta chiedendo di fare un passo indietro per rendere più agile l'indagine che farà la commissione. Di fare un passo indietro, te lo chiedono tutte le persone che ti hanno votata, te lo chiede mezza Italia, te lo chiedono le opposizioni in Regione Lombardia, te lo chiede il tuo partito.

Ma tu non ci senti. Gli unici che ti chiedono di rimanere in quel ruolo, sono i partiti di centro destra, quelli che ti hanno votata in commissione e di cui tu ora sei la stampella politica.
Dici di essere orgogliosa di far parte della minoranza in Regione: reputiamo questo un errore di valutazione politica. Tu della minoranza in Regione non fai più parte, fai di fatto parte della maggioranza. Se, coerentemente con queste ultime scelte, ti dimettessi anche da consigliere regionale sarebbe il modo migliore di rispettare finalmente tutti coloro che ti hanno a suo tempo votata e che sempre di più si sentono traditi.
Ti abbiamo voluto bene.
Alla luce delle azioni politiche, forse non meritavi questo sentimento."

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