Pd Lodi: Piacentini "Lodi retrocessa a una vetrina di leghismo"

Simone Piacentini, all'opposizione con il Pd di Lodi, ci racconta in un'intervista la Lodi che vorrebbe, ma soprattutto le cose che vorrebbe subito cambiare.

Pd Lodi: Piacentini "Lodi retrocessa a una vetrina di leghismo"
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Pd Lodi: dopo il risultato delle recenti elezioni nazionali il Pd si rimette in pista, abbiamo scambiato due chiacchiere con Simone Piacentini che siede fra i consiglieri comunali del Centrosinistra a Lodi.

Il recente trionfo del Centrodestra nella Bassa

Partiamo dal risultato nella Bassa delle recenti elezioni  che pare confermare l’orientamento leghista della giunta Lodigiana, va letto come una sorta di incoraggiamento dei cittadini verso l’operato del gruppo Casanova, a suo parere?

Credo che i risultati delle elezioni politiche nazionali non siano direttamente riconducibili ad una dimensione locale e non rappresentino un giudizio sull’operato dell’amministrazione comunale. Indipendentemente dalle valutazioni che ognuno può dare sui risultati raggiunti o mancati dalla giunta Casanova (e per noi prevalgono decisamente gli obiettivi falliti), l’esito del voto del 4 marzo non è un responso  su questa prima fase dell’esperienza del centrodestra alla guida della città, anche perché se si volessero proiettare sulle tematiche locali i dati delle elezioni politiche e regionali bisognerebbe capire come pesare e dove collocare il gruppo civico di Maggi  che lo scorso giugno fu determinante per la vittoria al ballottaggio della Casanova, ma che giorno dopo giorno è entrato in un continuo e sempre più profondo conflitto con la Lega, creando un forte antagonismo tra sindaco e vice sindaco.

Bilancio e associazioni, nel mirino la Giunta Casanova

Quali sono le mancanze o gli errori più significativi, con casi pratici, che voi ravvisate nell’agire dell’attuale Giunta?

Al di là della retorica dei “piccoli passi”, che nasconde in realtà l’incapacità di fare, questa amministrazione si sta caratterizzando per un mix di immobilismo di fronte ai problemi più complessi (affrontati con il disarmante ritornello “non è il momento di parlarne”), litigiosità interna e nessuna vera visione strategica, a meno che si possa definire una strategia la brama di demolire qualsiasi iniziativa e progetto delle amministrazioni precedenti, da Sogir per la gestione dei rifiuti al futuro del Parco Tecnologico Padano, dal ruolo del Consorzio Servizi alla Persona rimesso in discussione al caos in cui sta precipitando il Teatro alle Vigne. Questa maggioranza manda troppi messaggi contraddittori: basti pensare al tema degli anziani, da una parte si nega un contributo a Santa Chiara che avrebbe evitato l’aumento delle rette, dall’altra si vagheggia di una nuova casa di riposto privata, tra l’altro su un’area dove non si potrebbe fare.

Quali sono, a vostro avviso, le questioni inerenti la città che non sono state gestite adeguatamente  e come le avreste risolte voi?

Due aspetti fondamentali, entrambi gestiti malissimo, sono le scelte di bilancio e i rapporti con le associazioni, che poi significa il rapporto con chi rende viva la città. Il centrodestra ha passato anni a dire che le tasse a Lodi erano troppo alte e i servizi carenti e poi al suo primo bilancio, fra tassa rifiuti e tariffe dei servizi scolastici e sociali, ha scaricato su famiglie e cittadini mezzo milione di euro in più di quanto non si pagasse con il centrosinistra, riducendo gli orari di apertura dell’anagrafe e della piattaforma ecologica e compiendo l’autentica impresa di cancellare l’unica tassa, l’imposta di soggiorno, che non veniva pagata dai lodigiani ma dai turisti: un capolavoro. E attenzione che non è finita: nel piano economico del servizio rifiuti approvato poche settimane fa in consiglio comunale c’è scritto chiaramente che nei prossimi due anni la Tari aumenterà di altri 400.000 euro. Quanto alle associazioni culturali e sportive, l’approccio del centrodestra è che il Comune è un’agenzia immobiliare che affitta spazi: è successo con il Clam, di fatto eliminando il Centro di Partecipazione Giovanile, e succederà tra qualche mese con la Casa di Quartiere di San Fereolo, quando scadrà l’attuale convenzione; nel frattempo, sono state aumentate le tariffe d’uso delle sale dello Spazio Ricreativo di via Gorini e degli impianto sportivi. L’idea che il sostegno a cultura e sport sia un investimento sociale, dentro ragionevoli equilibri di sostenibilità economica, non li sfiora neppure.

Ambiente, riqualificazione, verde urbano e cura sociale

Le vostre priorità per Lodi quali sarebbero?

Per la qualità della vita dei lodigiani, le priorità sono il sociale, l’ambiente e gli investimenti nella manutenzione e la riqualificazione di strade, scuole, edilizia residenziale e verde urbano. Purtroppo su tutti questi tre fronti la giunta sta sbagliando direzione. Sul sociale ci sono forti timori e già i primi segnali concreti del ridimensionamento di un sistema di welfare locale che era una delle eccellenze della città: l’aumento delle tariffe di servizi come il trasporto sociale, la riduzione delle risorse per gli aiuti economici alle famiglie, l’eliminazione delle borse lavoro e i pesanti tagli al fondo di solidarietà per i disoccupati purtroppo lo confermano. In campo ambientale non c’è un’idea di intervento sul verde (a partire dalla riqualificazione dell’Isola Carolina, completamente dimenticata) mentre per la mobilità sostenibile si tiene fermo un progetto di sviluppo delle piste ciclabili già finanziato per 1,4 milioni di euro e intanto si lasciano filtrare suggestioni di ridimensionamento della Zona a Traffico Limitato, regredendo a livelli da oscurantismo. Quanto ai lavori pubblici, innanzitutto questa giunta non è neppure riuscita a utilizzare le risorse che le sono state lasciate da chi c’era prima, spesso anche con progetti già approvati e appalti assegnati. Poi, si concentrano risorse eccessive su un “intervento locandina” come il ripristino della piscina Ferrabini mentre si congelano opere fondamentali come il raddoppio del sottopasso tra via Dall’Oro e viale Pavia. Insomma, anche su questo fronte molta confusione. C’è poi una questione di fondo sul ruolo che Lodi deve svolgere come guida e riferimento di tutto il territorio: con il centrodestra questa città ha smesso di essere il capoluogo del Lodigiano, recedendo da scelte di respiro provinciale che rappresentavano obiettivi strategici da tutti condivisi, per diventare invece l’amministrazione vetrina del leghismo lodigiano.

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