Bocciata la mozione di sfiducia a Fontana, la consigliera Baffi non vota: "Non ci sto, non faccio azioni inutili"
"Addossare ad una sola persona la responsabilità di 16.000 morti è un atto di crudeltà"
Si è tenuta questa mattina a partire dalle 10 la votazione per accogliere la mozione di sfiducia al presidente Attilio Fontana, da tempo presentata dalle opposizioni regionali. Ma in Regione la maggioranza ha votato per rigettare la domanda: 49 voti a sfavore della mozione, quelli del centrodestra, e 29 a favore. Anche questa volta la consigliera di Codogno Patrizia Baffi non ha partecipato al voto.
La decisione del consigliere Patrizia Baffi
“La mozione di sfiducia al Presidente Fontana, presentata oggi in aula consiliare, è la mera rappresentazione di un inutile gioco delle parti, di cui la Lombardia ed i cittadini non hanno bisogno" dichiara il Consigliere Regionale di Italia Viva, Patrizia Baffi "Questa seconda mozione in poco più di cento giorni, dimostra che al percorso di vero approfondimento attraverso lo studio dei dati calati in una dimensione globale, che dovrebbe svolgersi attraverso quella Commissione di Inchiesta che ancora deve decollare, si preferisce un metodo d’assalto che come risultato contribuisce ad alimentare odio e a sollecitare gli istinti forcaioli, come dimostra ancora una volta la mobilitazione di oggi promossa dai militanti del CARC all’ingresso del Pirellone, e le ennesime scritte deplorevoli" .
Cartelli appesi fuori da Palazzo Regione
Cartelli appesi fuori da Palazzo Regione
Sistema fragile ma non è colpa (solo) di Fontana
“Il sistema lombardo ha mostrato le sue fragilità, ma addossare ad una sola persona la responsabilità di 16.000 morti è un atto di crudeltà" evidenzia l'esponente di Italia Viva.
"Io ho una visione diversa della politica e mi rifiuto di impegnare il mio mandato in azioni inutili e irresponsabili” prosegue Patrizia Baffi “Non faccio parte della maggioranza, ma non mi sento neanche di condividere, in questo contingente, questo modo di fare opposizione, in un contesto di emergenza straordinaria caratterizzato da uno stress sistemico generato dalla pandemia e contrassegnato da una pesante situazione socio-economica ancora da affrontare”.
"Io non ci sto e mi chiamo fuori. Responsabilità e azione politica devono viaggiare insieme", conclude.