Crisi di Governo, Baffi (Italia Viva) richiama alla responsabilità e non appoggia la scelta di Renzi
Non solo: per la consigliera regione Italia Viva non doveva neanche fare parte di questo Governo.
E' atteso per oggi il voto decisivo in merito alla crisi di governo in atto: dopo la fiducia della Camera oggi si voterà al Senato, dove i parlamentari saranno chiamati a dimostrare o meno la propria fiducia al presidente Conte che proprio in queste ore sta pronunciando il suo discorso. Dopo il possibile scacco matto messo in atto da Matteo Renzi con la dimissioni delle "sue" ministre, Italia Viva è entrata nell'occhio del ciclone per una scelta che a parere di molti (politici e cittadini) è arrivata in un momento totalmente errato, dannoso e fuori luogo. A pensarla così però non sono solo gli avversari politici o i cittadini che, allo stremo per una situazione difficile, hanno ricevuto il colpo di grazia con una (più o meno) inaspettata rottura: anche Patrizia Baffi, consigliere regionale di Italia Viva, ha ritenuto sbagliato il momento per aprire una crisi.
E non solo: per Baffi Italia Viva in questo Governo non doveva proprio esserci. Insomma, un momento difficile per la ex democratica di Codogno che non si ritrova completamente nelle scelte e nei movimenti del proprio partito, lo stesso che mesi fa la sostenne quando decise di lasciare il comando della commissione regionale Covid per non destabilizzare il già precario equilibrio politico della Regione Lombardia. Una scelta ben lontana da quella appena compiuta dall'ex sindaco di Firenze e dalle ministre Bellanova e Bonetti.
Patrizia Baffi sulla crisi di governo
In merito alla crisi messa in piedi dal leader di Italia Viva, la consigliera di Codogno si pronuncia con queste parole:
"Questo era davvero il momento meno opportuno.
Ho sempre pensato che Italia Viva dovesse occupare uno spazio politico diverso, lontana dal grillismo e dal populismo, perché per questo è nata. Non ho mai digerito la nostra permanenza nel Governo, da cui, ho sempre creduto, avremmo dovuto staccarci per crescere come partito nei territori.
Così come ho richiamato in più occasioni, in Lombardia, al senso di responsabilità, sostenendo quanto potesse essere deleterio, far cadere il Governatore e la guida della Regione più martoriata dalla pandemia, in un momento in cui ci sono azioni da intraprendere con tempestività e stabilità, per dare risposte ai cittadini in gravissima difficoltà, oggi, con la stessa coerenza dico che, lo stesso senso di responsabilità va messo in pratica a Roma.
Per me a Milano come a Roma valgono gli stessi principi e le stesse regole: serietà, impegno, senso di responsabilità, coerenza.
Non possono essere applicate a fasi alterne a seconda se stai in maggioranza o in minoranza."