Regione Lombardia

Patrizia Baffi si è dimessa da presidente della Commissione regionale Covid

La decisione è stata resa nota questo pomeriggio.

Patrizia Baffi si è dimessa da presidente della Commissione regionale Covid
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Patrizia Baffi nel pomeriggio di oggi, 05 giugno 2020, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla presidenza della Commissione d'inchiesta per valutare l'operato di Regione Lombardia durante l'emergenza Covid: in una lettera al presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi la consigliera di Italia Viva ha spiegato le proprie motivazioni.

Patrizia Baffi si è dimessa

In seguito alle forti polemiche sollevate dalla minoranza di Pd e M5S (da cui lei è stata "estromessa"), Baffi ha annunciato oggi la propria decisione di dimettersi, resa nota durante una diretta Facebook sulla pagina di Italia Viva, durante una "chiacchierata esplicativa" con Ettore Rosato e Marco di Maio che l'hanno più volte elogiata per la sua presenza e la sua costanza nel lavoro svolto da sempre in Regione.

Patrizia Baffi si è commossa mentre Rosato annunciava la sue dimissioni, dopo giorni densi di emozioni, di critiche ed elogi da parte di colleghi e cittadini.

"Mi fa sentire finalmente meno sola, ho avuto un periodo davvero difficile. La mia è una decisione inamovibile perché viene dal cuore, io faccio politica con passione e dal profondo del cuore mi veniva il desiderio di presiedere la Commissione, essendo per altro cittadina di Codogno che è la città simbolo della pandemia in Italia.

Ci serve ora avere unità morale, essere l'uni al fianco degli altri. La commissione d'inchiesta non è un processo per mettere le manette a qualcuno, ma doveva essere un'opportunità per Lombardia per fare chiarezza di tutte le decisioni e le responsabilità politiche, per fare anche un'auto diagnosi per cercare una cura per il sistema sanitario regionale, perchè ora ce n'è bisogno.

Non avrebbe senso presiedere una Commissione dove non ho le minoranze. Io non avevo votato la mozione contro Gallera non per assolvere la gestione della Lombardia ma perché non era il momento di farlo né il luogo, essendoci uffici preposti.

La maggioranza ha scelto me come Presidente di Garanzia, e io credo che lo sarei stata e ci ho sempre creduto veramente. Mi sono sempre messa al servizio per dare massimo contributo ma non ci sono le condizioni e la commissione d'inchiesta viene prima di me, del Partito Democratico e di qualsiasi altra cosa. Bisogna creare le condizioni migliori affinché questo diventi davvero un procedimento efficace e che dia le risposte che cerchiamo. E' importante fare chiarezza, continuo a credere in questo percorso, ma è utile fare un passo indietro per favorire un clima di dialogo migliore. Spero che ora maggioranza e minoranza creino un dialogo migliore affinché il lavoro sia efficace. Sono quindi convinta che sarei stato un bravo Presidente ma anche della decisione assunta oggi.

Indubbiamente però c'è stato un accanimento della politica: se la politica è questa mi tiro volentieri indietro".

 

Serve unità

La decisione assunta da Baffi ha una semplice spiegazione ed è espressa così:

"Poiché credo fermamente nell'importanza della Commissione d'inchiesta - ha scritto Baffi nel documento consegnato a Fermi - che avrà il compito di fare chiarezza sull'emergenza sanitaria che ha tanto segnato la nostra regione e le nostre vite e che dovrà anche portare all'avvio di un percorso di revisione della riforma sanitaria regionale, per sanare le carenze del sistema e superare le debolezze che sono emerse in questi mesi, con la presente rassegno le mie dimissioni dalla carica di Presidente a far data da oggi, nella speranza che ciò possa contribuire a ristabilire un clima favorevole allo svolgimento dell'importante lavoro che ci aspetta. Per il buon esito dei lavori della Commissione d'inchiesta ritengo fondamentale la partecipazione e il contributo diretto di tutti i rappresentanti delle minoranze, senza i quali non ha nemmeno senso avviare e far partire la Commissione"

La difesa della maggioranza: "Su Baffi pressioni vergognose"

"La commissione d'inchiesta sul covid-19 viene affossata per le gravissimi ingerenze della politica, romana e non solo, che non ha smesso un minuto di esercitare pressioni ai limiti della minaccia sulla presidente eletta Patrizia Baffi. Il Pd ha di fatto rotto con le sue mani il giocattolo che voleva usare a suo piacimento, con il benestare degli alleati cinque stelle".

Lo dichiarano, in una nota congiunta, il capogruppo della Lega Roberto Anelli e la presidente del Gruppo Misto Viviana Beccalossi.

"Questa vicenda -prosegue la nota- dimostra che alle opposizioni la ricostruzione dei fatti di questi mesi nella massima trasparenza non importava niente. Il Pd, del resto, è il partito che in Emilia vieta di costituire una simile commissione d'inchiesta, mentre in Lombardia la ottiene e poi la abbandona perché interessato solo alla presidenza.

A Patrizia Baffi - concludono Anelli e Beccalossi - va la nostra massima solidarietà".

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