Sintomi variante Delta nei giovani, casi medio-gravi in aumento
A sottolineare il fatto che i giovani non sono tutti paucisintomatici è Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Il raggio d'azione della variante Delta continua ad allargarsi. A darne prova è l'ultimo bollettino nazionale che registra quasi 3 mila nuovi casi, con un tasso di positività che sale al 1,4% e con un indice RT che passa dallo o,66 della scorsa settimana a quello attuale di 0,91.
Un contagio che si diffonde soprattutto nella fascia di popolazione rimasta scoperta dall'immunizzazione e che si riferisce principalmente ai giovani under 30. Sono quest'ultimi ad essere maggiormente colpiti dalla mutazione del Covid-19.
Ma i sintomi? Si presentano un forma più severa rispetto al ceppo originario del coronavirus.
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Under 30 maggiormente colpiti dalla variante Delta
A segnalarlo è lo stesso Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità:
"Si può vedere come la fascia d'età 10-19, 20-29, sia quella che segnala sostanzialmente la gran parte della ricrescita, seguita da 30-39, quindi in qualche modo è una popolazione fondamentalmente giovanile che contrae l'infezione in questa fase".
Secondo i dati raccolti dalle istituzioni sanitarie nazionali, in questa fase della pandemia da Covid-19 sono soprattutto i giovani under 30 ad essere maggiormente contagiati. Si tratta di una fascia d'età dove la percentuale di immunizzazione è ancora fortemente basso: tra i 20enni poco del 20% è completamente vaccinato e la percentuale scende all'8% se si guarda i ragazzi tra i 12 e i 19 anni.
Una popolazione che viaggia, che si sposta più facilmente e che vive a stretto contatto con genitori e nonni più anziani. In quest'ultimo fattore risiede quindi il vero punto critico, in quei 2,5 milioni di over 60 non ancora vaccinati. Una minoranza certo, ma ampiamente esposta ai rischi del Covid-19.
Variante Delta, i sintomi più frequenti tra i giovani
L’aumento dei casi nelle fasce d'età più giovanili, complice anche un ridotto tasso di immunizzazione rispetto al totale di chi ha già ricevuto il vaccino, determina come conseguenza anche una maggiore rilevazione di casi sintomatici medio-gravi tra soggetti under 40.
Affermare che tra i giovani si sviluppano forme lievi di Covid-19 non è propriamente corretto in quanto, soprattutto nelle ultime settimane, sono aumentati anche i casi di sintomi severi della malattia anche tra adolescenti e ragazzi.
A sottolineare il fatto che i giovani non sono tutti paucisintomatici è Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, il quale ha posto l'accento in particolar modo sulla sintomatologia specifica registrata nei soggetti contagiati con la variante Delta:
"In questo momento non c'è una variante che si connota per disturbi particolarmente diversi rispetto alle altre. Tuttavia, la mutazione Delta del Covid-19, ha fatto sì che sempre più giovani manifestassero la perdita del gusto e dell'olfatto: sintomi fortemente debilitanti che possono permanere per periodi anche lunghi o addirittura evolvere in una condizione cronica. Non è infatti un caso che tra i giovani siano infatti aumentati casi di polmoniti di media severità. Il consiglio per evitare il contagio resta sempre quello di vaccinarsi, mantenere le misure di contenimento e stringere sul Green Pass".
Su quest'ultimo aspetto, come riportato dall'infettivologo inglese Tim Spector, che nel Regno Unito sta guidando un progetto per raccogliere la sintomatologia, in chi viene contagiato dalla variante Delta dopo aver effettuato la vaccinazione, i sintomi possono variare, ma per la maggior parte "sono più simili a un brutto raffreddore".
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