REAZIONI POLITICHE

Pd e M5S su visita di Conte: "Accuse leghiste palesemente strumentali"

"Dopo la visita del premier Conte solo polemiche e proposte provocatorie da Provincia e comuni a guardia leghista".

Pd e M5S su visita di Conte: "Accuse leghiste palesemente strumentali"
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"Dopo la visita del premier Conte solo polemiche e proposte provocatorie da Provincia e comuni a guardia leghista, che invece si lavorare per il territorio pensano a fare propaganda. " Così il Pd Lodigiano disapprova il comportamento dei sindaci leghisti tenuto ieri alla presenza del Premier Conte. Di seguito il loro comunicato.

L'accusa ad alcuni sindaci della ex zona rossa

Anche se purtroppo non è una sorpresa, spiace dover constatare che i Sindaci delle tre principali città del Lodigiano (uno dei quali anche Presidente della Provincia) hanno sfruttato l’incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri solo per una vuota polemica politica.
Mentre il premier Giuseppe Conte è giunto a Lodi per manifestare la vicinanza del Governo ad uno dei territori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle gravi conseguenze sociali ed economiche causate dalla pandemia di Coronavirus, invece di confrontarsi con lui concretamente e con la disponibilità a collaborare nella ricerca di strumenti e misure di sostegno al territorio, i principali esponenti leghisti lodigiani hanno pensato solo a sfruttare le circostanza per esprimere un malcontento preconfezionato.

Ignorato l'aiuto del Governo per il Lodigiano (e non solo)

Tutto ciò, ignorando quanto è già stato deciso a favore dell’ex Zona Rossa (dal raddoppio dei contributi del Fondo di Solidarietà Alimentare agli oltre 84 milioni di euro tra integrazioni salariali per i lavoratori e garanzie su prestiti alle imprese inseriti nella legge di conversione del Decreto “Cura Italia”) ed evitando di assumersi degli impegni per la parte di responsabilità che compete agli enti locali.
L’urgenza, sia in questa fase critica della crisi che nel medio periodo, è infatti quella di non intaccare la liquidità delle famiglie e delle imprese, già messa a rischio dal rallentamento delle attività economiche e dalla riduzione delle ore di lavoro retribuito. Se un ente locale non ha risorse da erogare sotto forma di contributi alle imprese e integrazioni al reddito delle persone, può però quantomeno pensare di chiedere ai contribuenti meno soldi possibile, alleggerendo il carico tributario.

A questo servivano l’autorizzazione concessa a Comuni e Province a spendere liberamente gli avanzi di bilancio 2019, nonché il versamento anticipato da parte dello Stato di 4,3 miliardi del Fondo di Solidarietà Comunale, ed a breve lo stanziamento (ad oggi stimato in 3,5 miliardi di euro) a compensazione del minor gettito tributario e della riduzione dei ricavi da tariffe sui servizi. Un “pacchetto” di strumenti che per i Comuni lodigiani potrebbero essere integrati da ulteriori risorse, alla luce dell’Ordine del Giorno approvato alla Camera su proposta dei parlamentari Pd delle Province di Lodi, Cremona, Bergamo,Brescia e Piacenza, che impegna il Governo a disporre stanziamenti straordinari a favore di questi territori, per un importo auspicato di non meno di 200 milioni di euro.

Proteste e non proposte

Più che richieste difficilmente realizzabili, di discutibile efficacia e avanzate con toni di protesta anziché di proposta (come quelle della Zona Economica Speciale e della trattenuta sulla quota di tributi locali destinati allo Stato), dalla Provincia e dai Comuni vorremmo l’annuncio di concreti tagli del prelievo tributario locale, oltre ad un serio impegno nei confronti della Regione perché a favore delle famiglie riduca l’addizionale Irpef e a favore delle imprese alleggerisca l’Irap. La Provincia a guida centrodestra e a trazione leghista continua invece a mancare ai suoi doveri, incapace di difendere gli interessi del territorio e concentrata solo in un ruolo politico. Anche in questa drammatica situazione, non è stata svolta nessuna funzione di coordinamento territoriale, che invece sarà fondamentale anche quando si passerà dalla fase dell’emergenza a quella della ripartenza.
Vedremo allora se il presidente Passerini ed il centrodestra sapranno finalmente dimostrare la capacità di far convergere idee, competenze e desiderio di partecipazione dei tanti attori territoriali o se continuerà la solita propaganda, funzionale solo a nascondere il fallimento nel Lodigiano ed in Lombardia delle politiche territoriali, a partire da quella sanitaria.

Anche il consigliere regionale M5S Verni lamenta le accuse leghiste

Anche Simone Verni, Consigliere Regionale pentastellato, ha voluto dire la sua in merito alle dichiarazioni rese dai sindaci della ex zona rossa.

Le accuse dei sindaci leghisti sono palesemente strumentali e assolutamente ingiustificate. L’unica cosa che sanno fare, d’altronde, è lamentarsi, dispensare odio, offese e accuse. Il Sindaco di Codogno fu il primo a gridare ai quattro venti di non essere stato ascoltato dal Governo, salvo poi essere smentito dai fatti (le immagini della videoconferenza fatta con il Presidente Conte ed altri ministri hanno fatto il giro dei social).Invece di fare polemiche tanto false quanto puerili, dovrebbero preoccuparsi di gestire l’emergenza Coronavirus con serietà e garantire maggiore sicurezza ai cittadini, piuttosto che fare festicciole tra amici e parenti alla faccia di migliaia di italiani malati, o reclusi in casa.

Ogni giorno pensiamo che la Lega abbia toccato il fondo e invece ci sbagliamo, non c’è mai limite al peggio. Evidentemente la Lega non ha fondo. È una classe politica pericolosa e imbarazzante, pericolosa per i danni che produce quando governa e imbarazzante perché incapace persino di fare opposizione. Un’opposizione che non entra nel merito delle questioni, non è orientata al controllo dell’attività della maggioranza, non è finalizzata ad evidenziare gli eventuali errori commessi dalla maggioranza e nemmeno è capace di fare proposte nel merito delle questioni: la Lega si limita semplicemente a sfruttare le paure e le tragedie e le cavalca irresponsabilmente alla ricerca di un facile, ma pericoloso, consenso.

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