La Procura di Lodi ha richiesto condanne per un totale di 11 anni e 3 mesi per i sei imputati nel processo per il deragliamento del Frecciarossa a Livraga del 2020, costato la vita a due macchinisti. Le richieste, che arrivano fino a 2 anni e 10 mesi, riguardano dirigenti e operai di Rfi e Alstom.
Deragliamento Frecciarossa: chiesti 11 anni di carcere per i sei Imputati
Si avvia verso la conclusione il processo di primo grado per il tragico deragliamento del treno Frecciarossa 1000 Milano-Salerno, avvenuto all’alba del 6 febbraio 2020. Ieri, il sostituto procuratore di Lodi, Giulia Aragno, ha depositato le richieste di condanna per i sei imputati, chiedendo complessivamente 11 anni e 3 mesi di reclusione.
L’incidente si verificò alle 5:30 del mattino in corrispondenza del deviatoio 5 del Posto Movimento Livraga, sulla linea ad Alta Velocità Milano-Bologna, nel Basso Lodigiano. In deragliamento del convoglio, che viaggiava a 298 km/h, costò la vita ai macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, e provocò gravi lesioni a dieci passeggeri a bordo.
“Più condotte colpose”
Le indagini condotte dal Noif della Polizia Ferroviaria e dai consulenti della Procura hanno individuato la causa principale dell’incidente in un cablaggio errato all’interno di un attuatore per scambi prodotto da Alstom e installato poche ore prima dai manutentori di Rfi. Tuttavia, il Pubblico Ministero ha evidenziato come l’errore tecnico iniziale sia stato aggravato da ulteriori mancanze procedurali: “Più condotte colpose si sono sommate“, ha sottolineato la PM Aragno.
Le pene richieste
La pena più severa, pari a 2 anni e 10 mesi di reclusione, è stata richiesta per il dirigente di Rfi, Valerio Giovine, che dal 2019 era Direttore di produzione. Per quanto riguarda l’azienda fornitrice Alstom, la Procura ha chiesto 1 anno e 11 mesi per l’operaio accusato di aver invertito due fili nell’attuatore, e 2 anni per il collaudatore dell’azienda che non si sarebbe accorto dell’errore di montaggio. Infine, per i dirigenti di Alstom, Andrea Morganti, ritenuto responsabile della procedura di collaudo, e Francesco Muscatello, le richieste di pena sono rispettivamente di 2 anni e 4 mesi e di 1 anno e 11 mesi.
Si ricorda che due operai installatori di Rfi, accusati di non aver eseguito la prova di concordanza finale – un controllo cruciale prima della riapertura della linea – sono già stati giudicati separatamente tramite rito abbreviato. Entrambi hanno ricevuto una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione.