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Festa della Repubblica, a Lodi grandi assenti il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale

Milanesi, Lodi Civica: "Sarebbe utile comprendere le motivazioni di tali assenze, pesanti e inopportune".

Festa della Repubblica, a Lodi grandi assenti il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale
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Nella giornata di ieri, mercoledì 2 giugno 2021, in tutta Italia si è festeggiata la nascita della nostra Repubblica, avvenuta 75 anni fa.

A Lodi però, a tenere il consueto discorso, questa volta è stato il vicesindaco Maggi, in assenza del primo cittadino Sara Casanova. Un'assenza importante che, com'era naturale che fosse, non è passata inosservata né dai cittadini né dalla minoranza, ritenuta ancor più gravosa vista la mancanza anche del Presidente del Consiglio comunale Cerri.

Il consigliere di Lodi Civica Francesco Milanesi ha così diffuso una nota in cui viene richiesta una giustificazione di "tali assente pesanti e inopportune", nella speranza che una spiegazione giunga dai vertici dell'Amministrazione lodigiana.

Il rammarico del consigliere Milanesi

Mi rammarico molto per l'assenza del sindaco Casanova e del presidente del Consiglio Comunale Cerri alla celebrazione in piazza per la Festa della Repubblica. In un momento dove il covid sembra allentare la sua virulenza e c'è voglia di rinascita l'assenza di figure istituzionali, che dovrebbero essere punti di riferimento per la comunità, stona parecchio.
Per il settantacinquesimo dalla nascita della Repubblica, quindi non un anniversario qualsiasi, il presidente Cerri non si è nemmeno degnato di mandare qualcuno in sua vece lasciando così il Consiglio Comunale, dove tutte le forze politiche sono presenti, senza visibile rappresentanza in una delle ricorrenze che più unisce tutti noi.
Sarebbe utile comprendere le motivazioni di tali assenze, pesanti e inopportune. Non vorrei che il sindaco Casanova, dopo aver tolto la foto del Presidente Mattarella dal suo ufficio, e il presidente Cerri, abbiano deciso di boicottare le celebrazioni del 2 giugno.

Il discorso del Vicesindaco Maggi

A tenere il discorso per la Festa della Repubblica ieri ci ha pensato il vice sindaco Maggi:

Illustri autorità,
care cittadine e cari cittadini,

E' una gioia vedere Piazza della Vittoria che torna alla vita grazie alla vostra presenza, dopo mesi di chiusure e distanze, per celebrare l'anniversario della nascita della Repubblica italiana. Vi porto il saluto caloroso di tutta l'Amministrazione comunale e in modo particolare del Sindaco.
Questo giorno di festa ci riporta con la memoria alla sfida della ricostruzione dalle macerie materiali e morali della guerra, affrontata da un popolo che, 75 anni fa, scelse consapevolmente l’opzione repubblicana, fondandola sul testo della Costituzione in cui confluirono le culture politiche dello scenario nazionale dell'epoca. Una baluardo della democrazia che recò in dote anche il voto esteso a tutti, senza distinzione di censo, genere, razza.
L’Onorevole Piero Calamandrei, eletto all'Assemblea costituente, in un'orazione pronunciata il 2 giugno del 1955, affermò:

“La Repubblica non fu e non doveva essere soltanto un cambio di forma di governo: doveva essere, e sarà, qualcosa di più profondo, di più sostanziale: il rinnovamento sociale e morale di tutto un popolo; la nascita di una nuova società e di una nuova civiltà”.

L'Italia oggi festeggia la Repubblica portando nel cuore i valori di libertà, pace, unità e democrazia, pari dignità e rispetto nei confronti di tutti, insegnati da quella esperienza unica e straordinaria di dialogo e di confronto che fu la Costituente, a cui parteciparono uomini e donne animati da ideali, talvolta anche contrapposti, ma uniti nell'intento condiviso di superare le avversità per costruire un futuro migliore.
L'impegno comune che oggi ci spinge verso il rilancio del Paese su tutti i fronti, quello della salute, dell'economia e del welfare, dopo la crisi travolgente che ancora attraversiamo, ci riconduce a quegli stessi valori, all'orgoglio e al coraggio dei padri costituenti, al superamento delle divisioni politiche e ideologiche per puntare a un nuovo inizio.
Un compito di cui per primo è responsabile il mondo istituzionale, chiamato a tracciare la strada della ripartenza, ma che interpella tutti noi, spronandoci a coltivare una personale visione di futuro e a contribuire alle scelte. Oggi come allora è il momento di decidere cosa si vuole fare e come lo si vuole fare. Oggi possiamo quindi ripartire grazie all’esempio di quei momenti formidabili, grazie a quell’atmosfera di assunzione di responsabilità, in un orizzonte di bene comune, da perseguire non negando le reciproche specificità, ma anzi facendone il terreno per un superiore interesse.

La Repubblica è e sarà lo spazio dove idee diverse si possono incontrare, dove può nascere e crescere una rinnovata consapevolezza del mondo che ci circonda e delle sue fragilità, per trovare il delicato e necessario punto di equilibrio su cui fondare la rinascita della nostra società ferita. Mi sia consentito un pensiero conclusivo di affettuosa vicinanza alle famiglie delle vittime della pandemia, ai malati, a chi ha perso il lavoro, a chi ha vissuto questi mesi in un profondo stato di sofferenza e angoscia, e anche un ringraziamento - che non sarà mai sufficiente - a chi è sceso in prima linea e continua a lottare per difendere la nostra salute e dare supporto e conforto a chi si trova in difficoltà. Il mio augurio è che questa celebrazione porti a tutti noi speranza e determinazione nella ricerca di un riscatto, sostenuti e incoraggiati dalla forza inesauribile dei principi, parte integrante del patrimonio genetico del Paese, che ispirarono il lavoro della Costituente nel prendersi cura della nostra Italia distrutta, permettendole di rialzarsi e di ricostituire le lacerazioni del tessuto socio- economico con lo slancio degli ideali repubblicani.

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