solidarietà politica

Aveva denunciato degrado e abusi edilizi: per questo il sindaco di Massalengo è stato preso a schiaffi

L'aggressione è avvenuta ieri mattina in paese: il primo cittadino è stato avvicinato e schiaffeggiato da un imprenditore con precedenti.

Aveva denunciato degrado e abusi edilizi: per questo il sindaco di Massalengo è stato preso a schiaffi
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Alla base dell'aggressione a Severino Serafini, sindaco di Massalengo, avvenuta ieri mattina in paese, ci sarebbe la denuncia che lo stesso primo cittadino avrebbe fatto pubblicamente lamentando diversi disagi causati dall'aggressore.

(In copertina Severino Serafini, foto della pagina facebook della Lega provinciale di Lodi)

Tutto è partito da un'auto abbandonata per strada

Pare che l'aggressore sia un imprenditore locale, originario della Sicilia e con diversi precedenti, che non avrebbe affatto gradito un post pubblicato dal Sindaco di Massalengo pubblicato sulla pagina Facebook nel quale denunciava il grave degrado causato da un'auto abbandonata per strada e mai rimossa nonostante i numerosi solleciti comunali. Una polemica - quella dell'auto - diretta all'aggressore e che va avanti da anni, legandosi anche a numerosi abusi edilizi. 

L'uomo avrebbe avvicinato il sindaco davanti alle Poste e, dopo avergli detto che "stava infangando la sua famiglia", gli avrebbe tirato due schiaffi al volto. Nulla di grave, più un atto intimidatorio che altro, ma sufficiente per una denuncia. Due schiaffi che hanno innescato una macchina di solidarietà e tenacia che mette bene in chiaro una cosa: qui non c'è spazio per l'intimidazione.

Il sindaco infatti non si è fatto intimidire ed è andato a denunciare quanto appena avvenuto ai Carabinieri di Borghetto Lodigiano: la situazione dell'aggressore potrebbe essere aggravata essendo la vittima un amministratore pubblico.

Solidarietà da ogni parte politica

Serafini, sindaco 36enne eletto nel 2018 a primo cittadino, schierato tra le fila del Carroccio, è molto amato dai cittadini. Ad esprimergli solidarietà, oltre ai già citati colleghi della lega, il senatore Augussori, l'assessore Guidesi, i sindaci Passeini e Delmiglio, anche la sindaca di Lodi Sara Casanova ha scritto su facebook:

Severino Serafini è un amico, prima ancora che un collega, vittima di un'assurda aggressione, per aver chiesto il rispetto delle regole.

Un sindaco che ci mette la faccia, anche quando è scomodo.

Sono al tuo fianco. Continua così, con competenza e passione al servizio della comunità, come hai sempre fatto.

Per il resto, ho fiducia che tutte le responsabilità vengano accertate e perseguite.

La sezione provinciale della Lega Lodigiana ha fin da subito dichiarato:

Denunciamo con forza il grave atto di aggressione ed intimidazione fisica e verbale di cui è rimasto vittima il Sindaco di Massalengo Severino Serafini. L’episodio avvenuto stamattina risulta essere di estrema gravità e sposta ancora una volta l’attenzione sul delicato ruolo degli amministratori pubblici e delle istituzioni in generale, troppo spesso vituperate. Fare il Sindaco non significa soltanto rappresentare il proprio paese (già di per sé un grande onore), ma anche e soprattutto operare per il bene di questo e dei propri abitanti. Non si potrà mai avere il pieno ed assoluto consenso sulle scelte operate, sulle azioni intraprese o sulle parole dette, ma quel che caratterizza un buon amministratore è la consapevolezza di agire sempre in piena coscienza ed in maniera libera, col solo fine di adoperarsi per il bene della res pubblica. Siamo dunque al fianco del Sindaco Serafini che, oltre a reagire con totale compostezza e dignità dinnanzi ad un tal vile attacco, ha dimostrato ancora una volta di avere la schiena dritta e di non piegarla davanti a nessuno.

Anche i Democratici lodigiani tramite la segretaria provinciale Roberta Vallacchi hanno espresso la loro solidarietà al primo cittadino aggredito:

Solidarietà e vicinanza al Sindaco di Massalengo, Severino Serafini, vittima questa mattina di una aggressione. Chi si impegna nelle istituzioni locali rende un servizio alla comunità e nessuna divergenza o contrasto, di qualsiasi natura, può giustificare il ricorso a forme di violenza, che devono essere contrastate e perseguite.

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