Suor Alfieri: "La priorità deve essere il pluralismo educativo"
Suor Anna Monia Alfieri non commenta le polemiche, e torna a chiedere l'attenzione del Governo per le scuole paritarie
"Provo una sana indifferenza sia alla nomina che alla revoca. Però quando c'è una buona idea bisogna portarla avanti e la violenza sulle donne è indicatore di una emergenza educativa", queste le uniche parole di Suor Anna Monia Alfieri, riguardo alla revoca della nomina come garante per il progetto del Mim "Educare alle relazioni". Successivamente, la Alfieri è tornata subito a porre l'accento su un tema per lei più pressante, e necessario, ovvero quello della garanzia del pluralismo educativo.
Il pluralismo educativo: un problema tutto italiano
"Come ho dichiarato più volte mi auguro che tutte le forze politiche, soprattutto della destra (Fdi, Fi e Lega) che in queste ore legittimamente hanno fatto sentire la voro voce, con la stessa passione e determinazione si spendano per garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie considerato che questo governo è stato votato anche per questo" dice l'ormai ex coordinatrice del progetto del Mim 'Educare alle relazioni'.
"Voglio ricordare che solo in Italia la famiglia, quando sceglie di esercitare come da Costituzione la libertà di scelta educativa nelle scuole paritarie, deve pagare tasse e retta. In tutta Europa invece la libertà di scelta educativa è esercitata senza alcun condizionamento economico. In Italia esiste un gravissimo allarme in queste ore, ovvero il rischio del monopolio educativo poichè molte scuole paritarie stanno chiudendo. Ricordo che il monopolio educativo è tipico solo delle dittature. In queste ore bisogna agire celermente attraverso la legge di bilancio che prevede solo la conferma dei 110 milioni di euro sulla disabilità e 50 milioni solo per le scuole dell'infanzia".
La proposta di Suor Anna Monia Alfieri
"Per salvare quel poco di pluralismo educativo che resta, occorre dare alle famiglie che scelgono le scuole paritarie il 70% del costo medio studente che corrisponde a 2,5 miliardi di euro da erogare in 5 manovre di bilancio. In questa occorre quindi stanziare 500 milioni per scongiurare la chiusura delle scuole paritarie dei più poveri, altrimenti è bene che il governo e il parlamento sappiano che già dalla prossima manovra si troveranno costretti a trovare 5,6 miliardi a regime, tanto costa assorbire gli 800mila alunni delle scuole paritarie che si riverseranno nella scuola statale. Inoltre, se non si trovano i soldi si condannerà il Paese al monopolio educativo composto cioè da scuole statali e da scuole paritarie costrette a chiedere rette oltre gli 8000 euro. Ora mi auguro il governo e il parlamento possano serenamente concentrarsi su queste emergenze" ha concluso Suor Anna Monia Alfieri.