Ritorno a scuola in presenza, l'Unione degli studenti di Lodi chiede sicurezza e confronto
Nella nota dell'Unione vengono messe nero su bianco le richieste per mettere in sicurezza le scuole.
Oggi, lunedì 25 gennaio 2021, la Lombardia è in zona arancione e le scuole superiori sono tornate ad avere le "porte aperte" e si sono organizzate nei più svariati modi: chi alterna le classi facendole presenziale a scuola a giorni alterni, chi ha modificato l'orario scolastico per evitare accalcamenti. Ma la preoccupazione, naturalmente, resta: gli studenti hanno diritto a seguire in presenza le lezioni in sicurezza e lo chiedono a gran voce.
Nei giorni scorsi l'Unione degli studenti di Lodi ha inviato una nota con la quale vengono messe nero su bianco le richieste per mettere in sicurezza le scuole.
Le richieste dell'Unione degli studenti di Lodi
Siamo l’Unione Degli Studenti di Lodi, organizzazione studentesca di ispirazione sindacale che lotta per difendere i diritti degli studenti. In questo periodo ci siamo attivati per quanto riguarda la questione della DAD e del rientro a scuola raccogliendo le opinioni degli studenti e rilevando i problemi da essi vissuti, per risolverli.
Gran parte dell’anno scolastico, oramai, si è svolto in Didattica a Distanza, in seguito ad un sostanziale fallimento dell’organizzazione di un reale rientro in presenza da parte delle istituzioni (colpevole, in tutto ciò, il pesante definanziamento dell’istruzione degli ultimi decenni): le questioni centrali, come trasporti, edilizia, spazi per la didattica, garanzia effettiva del diritto allo studio non sono state realmente affrontate; in tutto ciò, gli studenti non sono mai stati tenuti davvero in considerazione: sono stati esclusi dal partecipare ai processi decisionali che direttamente li riguardano. Ora si pone il tema del rientro: ci saremmo dovuti recare a scuola in presenza il 7 gennaio, poi la data è stata spostata all’11 ed ora al 25, eppure ancora non abbiamo certezze se sarà un rientro per davvero.Gli studenti non vogliono un ritorno a scuola affrettato e confuso, ma un rientro in sicurezza, effettivo e continuo. La DAD è stata un discreto (ma emergenziale) metodo di apprendimento che ha aiutato il proseguimento delle lezioni durante la prima ondata, ma la sua continuazione durante il nuovo anno scolastico ha creato vari problemi. La mancanza di device e connettività, ha lasciato alcuni degli studenti indietro con l’apprendimento. Un altro problema segnalato dagli studenti è l’assenza di una reale partecipazione alle decisioni e piani per la scuola: molti ragazzi lamentano la limitatezza del dialogo con gli insegnanti e soffrono per la mancanza di un rapporto diretto (cioè in presenza) con i propri compagni. Tutto ciò, oltre a creare ostacoli all’apprendimento, ha impattato in modo negativo sulla salute psicofisica della maggior parte della popolazione scolastica.
Necessari dispositivi e connettività sicura per gli studenti
E’ necessario assicurare, dunque, dispositivi e connettività agli studenti che ne necessitano per il periodo rimanente in DaD; ma evidentemente rientrare in presenza rimane assolutamente una priorità, purché sia fatto in sicurezza. Bisogna rendere pubblici i veri dati sui contagi nei nostri istituti e finanziare adeguatamente le scuole, in modo che possano disporre di mezzi di tracciamento, screening e personale medico qualificato per garantire la sicurezza a studenti e personale; bisogna assicurarsi, inoltre, che i progetti di supporto psicologico nelle scuole siano attivi.
È evidente più che mai, nel periodo di pandemia (anche se l’edilizia scolastica è un problema persistente da decenni nelle nostre scuole), che gli spazi scolastici disponibili non sono proporzionali al numero di studenti, i quali sono in eccesso. Questo disagio si traduce nell’esistenza di classi “pollaio” che possono ospitare anche 30 studenti in pochi metri quadrati, ma anche nella necessità di organizzare continue rotazioni delle classi disponibili, ponendo evidenti rischi in termini sanitari. Il problema dell’edilizia scolastica in questo periodo non è più evitabile, soprattutto per la sicurezza degli studenti, dei docenti e di tutti coloro che lavorano nella scuola: le scuole necessitano di ampliamenti, attuabili tramite la realizzazione di nuovi edifici o la ristrutturazione di spazi già esistenti. Locali sfitti ed in disuso dovrebbero essere impiegati per le attività didattiche, previ interventi di messa in sicurezza. Anche luoghi del sapere pubblici, come le biblioteche, potrebbero venire utilizzati, seppur sia necessario prima valutare la loro effettiva possibilità di essere usufruiti.
La questione dei trasporti
La maggiore preoccupazione degli studenti è rivolta all’insufficienza dei trasporti ed al mancato distanziamento fisico su di essi: è necessario redigere un’analisi del livello di impiego dei mezzi pubblici a livello provinciale (quali sono le tratte più affollate e quando), da rendere pubblica.
Potenziare il trasporto pubblico è una delle misure più prioritarie per un rientro in sicurezza. Serve garantire una copertura in termini di corse disponibili su tutte le aree della provincia, urbane ed extra-urbane(con particolare enfasi su queste ultime, spesso trascurate): aumentare le corse ove possibile (bus e treni) nelle ore di punta (e regolandosi anche con gli orari scolastici), aggiungendo eventualmente carrozze ai treni; un’altra possibile operazione sarebbe quella di sfruttare i mezzi di compagnie private (per esempio pullman/navette turistiche) per assistere il trasporto pubblico nelle tratte più affollate (azione che andrebbe peraltro a favore di queste compagnie in un momento di crisi). Chiaramente il tema del trasporto è cruciale, e anni di definanziamento al pubblico aggravano ulteriormente la capacità della rete di far muovere in sicurezza le persone: al di là della contingente realtà pandemica, bisognerà implementare un radicale ripensamento, ripotenziamento ed ampliamento generale del trasporto pubblico.
Necessario un confronto con gli studenti
Un rientro in sicurezza, effettivo e continuo, può essere assicurato solo se c’è un costante confronto con gli studenti, i diretti interessati. Di fronte all’annullamento della partecipazione studentesca di questo periodo si deve rispondere coinvolgendo maggiormente i ragazzi nelle decisioni e pianificazioni. Inoltre la completa trasparenza circa i dati e le misure messe in campo, lo ribadiamo, è cruciale.
Chiediamo, dunque, un incontro con le istituzioni a cui inviamo questa lettera, per un confronto riguardo alle proposte che abbiamo elencato in questa lettera, auspicando di poter finalmente vedere realizzato il rientro a scuola in sicurezza, e un tavolo fisso di confronto che prosegua oltre l’emergenza pandemica.