Spostamenti tra Regioni, divieti prorogati fino al 25 febbraio
Come già previsto, è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione.
Con un decreto ponte è stato prorogato il divieto agli spostamenti tra Regioni diverse (anche gialle) fino al prossimo giovedì 25 febbraio. Spetterà poi al nuovo premier Mario Draghi dettare la linea per contrastare l’epidemia di Covid e tenere bassa la curva dei contagi.
Spostamenti tra regioni: divieti prorogati fino al 25 febbraio
Lo stop (anche tra regioni gialle), è stato prorogato fino al 25 febbraio, poi la decisione spetterà al nuovo Governo di Mario Draghi, che nella serata di venerdì ha sciolto la riserva e ufficializzato i nomi dei nuovi ministri. L’approvazione del decreto di proroga è stato uno degli ultimi atti formali del Governo Conte bis. Il Dl del 12 febbraio è un decreto ponte: starà al nuovo Esecutivo scegliere se proseguire poi fino al 5 marzo, quando scadrà il Dpcm emanato a gennaio, o se procedere in modo diverso. Inoltre, sulla scorta dei dati del monitoraggio dell’Iss e della Cabina di regia, è stata aggiornata la mappa delle zone d’Italia. La Lombardia resta in zona gialla.
Il decreto
Il decreto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sugli spostamenti stabilisce che “dal 16 al 25 febbraio sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrate e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome” fatti salvi gli spostamenti per comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità o motivi di salute. Sarà inoltre sempre possibile raggiungere la propria abitazione, residenza o domicilio, comprese le seconde case, se di proprietà o con un contratto d’affitto lungo precedente al 14 gennaio.
L’indice Rt in Italia è salito a 0,95
Il mancato via libera agli spostamenti tra regioni diverse e il cambio di colore di alcune aree sono lo specchio della preoccupazione data dalla diffusione del virus e delle varianti. L’indice di contagio in Italia è salito a 0,95 contro lo 0,84 della settimana scorsa. Il dato resta sotto la soglia d’allarme (Rt pari a 1), ma preoccupano i segnali “di controtendenza nell’evoluzione epidemiologica, che potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso del numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale sia a livello regionale”.