Da Codogno alla Presidenza della Commissione d'inchiesta di Regione sulla gestione dell'emergenza: la ribalta di Patrizia Baffi
Il Pd è già sul piede di guerra: ecco perchè.
Una candidatura inaspettata e una vincita ancor più sorprendente: così Patrizia Baffi, la consigliera Regionale di Codogno che ormai da tempo fa parte di Italia Viva, ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi il posto di Presidente della commissione d'inchiesta del Consiglio regionale della Lombardia.
La commissione, chiesta a gran voce dalle minoranze di centrosinistra, vuole andare ad indagare la gestione dell'emergenza Covid da parte dei grandi vertici della sanità lombarda affiancata dal vicepresidente della commissione, il lecchese di Forza Italia Mauro Piazza.
E così, con 46 preferenze su 79 votanti, Patrizia Baffi si ritrova a capo della commissione, a dove giudicare sull'operato di questi mesi. Per il Pd e il M5S, però, la sua elezione è dovuta esclusivamente ad una decisione della maggioranza poiché l'unica della minoranza ad aver votato è stata la stessa Baffi.
Ricordiamo che, a inizio Maggio, Baffi non aveva partecipato al voto sulla mozione di sfiducia nei confronti dell'Assessore Gallera promossa dalla minoranza.
L'invito a fare un passo indietro da parte di Italia Viva
Anche dalle fila del suo schieramento Renziano Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, ha proposto a Baffi di fare un passo indietro per "lasciare le sedie al Pd", scrive così sul suo profilo Facebook:
"Patrizia Baffi - Consigliere Regionale sarebbe un’ottima Presidente della Commissione d’Inchiesta sulla sanità lombarda, sia per competenza che per storia personale. La vergognosa strumentalizzazione della vicenda da parte del pd impone però scelte nette, come sappiamo fare noi. Invitiamo Patrizia a dimettersi. A noi le poltrone non servono, lasciamole al Pd."
Ma Baffi non rinuncia, ritenendosi un presidente di garanzia.
Il Pd non è d'accordo, ancora tradito dal passaggio a Italia Viva
"L'elezione di Patrizia Baffi alla presidenza della Commissione Regionale d'inchiesta sulla sanità è l'ultimo atto di un copione già scritto: calpestati i diritti delle minoranze e svuotata di significato un'iniziativa che sarebbe stata fondamentale per fare chiarezza."
La protesta del Pd Lodigiano
Anche se si tratta di un esito scontato e che era abbondantemente nell’aria, l’elezione di Patrizia Baffi alla presidenza della Commissione regionale d’inchiesta sulla sanità suscita ugualmente disappunto ed indignazione.
La maggioranza di centrodestra a trazione leghista che governa Regione Lombardia ha infatti travolto ogni principio di rispetto della minoranza e delle funzioni di garanzia che le spettano, ignorando l’indicazione per la candidatura alla presidenza che arrivava dalla quasi totalità delle opposizioni e scegliendosi una candidata “su misura”, che rappresenta solo sé stessa.
Il risultato è che il presidente della Commissione, che dovrebbe essere espressione delle minoranze consigliari, è stato eletto con un solo voto proveniente dalle minoranze stesse: il suo. Nonostante sapesse di avere alle spalle i numeri schiaccianti del centrodestra, dopo essersi autocandidata Patrizia Baffi è infatti persino riuscita, in modo davvero poco elegante, a votare per sé.
"Prevalsa la peggior politica degli accordi"
E’ stata solo l’ultima beffa di una vicenda disdicevole, che ha visto prevalere la peggior politica degli accordi sottotraccia, con l’unico scopo di ottenere un ruolo di visibilità, a scapito della natura e delle prerogative di una commissione che ha perso qualsiasi significato prima ancora di iniziare a lavorare, tanto è evidente il tentativo di limitarne la capacità di andare a fondo nella valutazione di ciò che nella sanità lombarda non ha funzionato a dovere e nella ricerca delle eventuali responsabilità.
Non è certo questo ciò che avrebbero voluto i democratici lodigiani, che con i loro voti hanno permesso l’elezione di Patrizia Baffi in consiglio regionale e che avevano già vista tradita la loro fiducia con il suo passaggio a Italia Viva.
Il commento del Movimento 5 Stelle
Il consigliere Regionale Degli Angeli (M5S), in merito alla nomina di Baffi, in una nota dichiara:
Si infiamma la tensione già alle stelle in regione Lombardia. Dopo il malcontento e le polemiche che hanno attraversato il consiglio regionale, in merito alla scelta della consigliera Baffi come presidente della commissione di inchiesta, il M5S torna a batter ferro fin quando è caldo e grida allo scandalo. Cauto ma perentorio, il consigliere pentastellato Marco Degli Angeli, convinto che in qualche modo avrebbe prevalso il buon senso, quello basato sulle competenze, non se le tiene certo per sé: “Al netto dei pareri, ossia che si tratti di un voto di scambio bello e buono tra Lega e Italia Viva, la cosa che più mi lascia sconcertato – commenta - va ben oltre il fatto che l’elezione della Baffi sia uno strappo istituzionale senza precedenti. Quello che pochi sanno, forse, è che la neo presidente lavora in una Rsa”. Degli Angeli, con tono ironico, si domanda quindi se sia una questione di inopportunità. Ai poster l’ardua sentenza, parafrasando il Manzoni. Certi, tuttavia, rimangono i fatti: Patrizia Baffi è dipendente in aspettativa di una Rsa di Codogno, la Fondazione Opere Pie, tra le più colpite in Lombardia e per la quale, la Baffi, gestisce la parte amministrativa. Se chiedere è lecito, non pochi si domandano se la Baffi, a questo punto, sia o meno la persona più adatta a guidare il lavoro della commissione, che dovrà anche far luce sul caso strutture per anziani. “Come M5S – chiarisce Degli Angeli – continueremo ad osteggiare la scelta della maggioranza soprattutto considerando che queste sono le stesse logiche di potere distruttive, che non solo hanno portato la sanità regionale a trovarsi impreparata di fronte all’emergenza, ma che soprattutto andranno a vanificare il lavoro della commissione d’inchiesta”.