Bufera in aula: durante il consiglio comunale interviene la Polizia

Il Presidente del consiglio ha richiesto l'intervento della Polizia per far uscire due consiglieri di minoranza.

Bufera in aula: durante il consiglio comunale interviene la Polizia
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Durante il consiglio comunale della città di Lodi realizzato lo scorso giovedì 03 Settembre 2019, gli animi durante la riunione si sono decisamente scaldati tra maggioranza e minoranza tantoché il Presidente del consiglio ha richiesto l'intervento dei due agenti di Polizia Locali appostati in Comune per far uscire dall'aula due consiglieri di minoranza, salvo poi farli rientrare dopo una decina di minuti. Tale decisione non risulta essere però senza un seguito, impugnata dalla Segreteria Provinciale del Partito Democratico.

Uso della forza pubblica intollerabile

"Intollerabile l'uso della forza pubblica ordinato dal Presidente del consiglio comunale di Lodi per allontanare dall'aula due consiglieri di minoranza: si tratta di un grave attacco alla libertà di una istituzione democratica che richiede una censura da parte di tutti."

La denuncia del Pd Lodigiano

Il Pd Lodigiano ha diramato un comunicato stampa nel quale espone la propria denuncia, rabbia e frustrazione in merito.

"Il gravissimo episodio che si è verificato nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Lodi di giovedì 3 ottobre, quando il Presidente del Consiglio ha richiesto l’intervento in aula della Polizia Locale per allontanare due consiglieri di minoranza (Laura Tagliaferri del Partito Democratico e Francesco Milanesi di Lodi Civica), rappresenta un fatto senza precedenti nella storia della politica locale e richiede una ferma e tempestiva condanna da parte di chiunque abbia senso delle istituzioni e rispetto delle regole della democrazia.
L’uso della forza pubblica per impedire la libera espressione di chi è stato eletto dal popolo per rappresentarlo all’interno di una istituzione non può essere tollerato e quanto è avvenuto non può essere né ridimensionato né archiviato come un “equivoco”.
Non si tratta “soltanto” di non aver osservato il regolamento del Consiglio Comunale, le leggi sull’ordinamento degli Enti Locali e una chiara giurisprudenza in materia, che inequivocabilmente negano alla Forza Pubblica la possibilità di intervenire in un’aula consigliare, circoscrivendone l’azione agli spazi riservati al pubblico in caso di turbative."

Le scuse non bastano

"L’ignoranza di regole e norme, infatti, lascia sicuramente interdetti, ma l’aspetto più allarmante è che qualcuno abbia potuto pensare che ciò fosse lecito, senza nemmeno interrogarsi sul significato clamoroso e inaudito di quanto stava per ordinare.
Le scuse che sono state formulate in aula dal Presidente del Consiglio non bastano; e le scuse dei due consiglieri dopo essere stati “riammessi” in aula non possono costituire una giustificazione all’abuso che è stato commesso, perché il desiderio di contribuire a rasserenare gli animi, unito al comprensibile disorientamento per l’incredibile coercizione a cui erano stati sottoposti, non equivalgono ad una ammissione di responsabilità che non esistevano. Nulla può giustificare il “bavaglio” a due consiglieri eletti, men che meno il tono della voce un po’ alto e gli interventi fuori microfono nel corso di una disputa su una mozione d’ordine, come è già avvenuto migliaia di volte nella storia di questo come di molti altri Consigli Comunali."

Esposto al Prefetto

"Il Presidente del Consiglio, unitamente al Sindaco e alla Giunta che hanno assistito inermi alla scena, non possono fare finta di niente, pensando di archiviare l’episodio senza conseguenze. E tutti i gruppi consigliari, di maggioranza e di minoranza, dovrebbero prendere posizione, a difesa dell’istituzione consigliare e delle  prerogative della democrazia elettiva. Quanto è accaduto verrà in ogni caso segnalato alle competenti autorità, a iniziare da un esposto al Prefetto, che verrà formalizzato nei prossimi giorni."

Il commento di Tagliaferri su Facebook

Si legge rabbia, sgomento, offesa e voglia di ribalta nelle parole della consigliera Tagliaferri, prima espulsa "con la forza" e poi riammessa.

Solidarietà da Patrizia Baffi

“Laura Tagliaferri e Francesco Milanesi hanno tutta la mia solidarietà e credo che quanto è successo giovedì sera in Consiglio comunale a Lodi non possa essere derubricato con leggerezza. Chi siede nelle assemblee elettive rappresenta tutti i cittadini, sia che sieda nei banchi della maggioranza sia che sieda in quelli dell’opposizione. Chi usa il proprio potere per impedire a un consigliere di svolgere il proprio compito fa un affronto a tutta la cittadinanza, perché questa è la democrazia e va preservata in Parlamento come in Consiglio comunale. Bene ha fatto il presidente dell’assemblea a scusarsi, perché ha commesso un atto grave che deve farci riflettere sullo stato della convivenza civile nel nostro Paese. Le istituzioni, chi ha responsabilità educative, il mondo dell’informazione e della cultura: tutti dovremmo lavorare per promuovere il rispetto e il riconoscimento reciproco, per quanto distanti possano essere le nostre convinzioni.”

Lo dichiara la vice capogruppo del Pd in Regione Patrizia Baffi in merito a quanto accaduto.

(Nell'immagine di copertina Tagliaferri e Milanesi, tratta dal post della prima)

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