Prestazioni sociali agevolate: modifiche al Regolamento per l’accesso

Alcuni rappresentanti delle famiglie cittadine di Paesi non europei che chiedono di accedere alle prestazioni sociali agevolate del Comune di Lodi: la posizione dell’amministrazione.

Prestazioni sociali agevolate: modifiche al Regolamento per l’accesso
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Prestazioni sociali agevolate: il sindaco Casanova ha ricevuto alcuni rappresentanti delle famiglie cittadine di Paesi non europei.

Prestazioni sociali agevolate

Dopo le precisazioni sul tema dell'assessore Belloni, è toccato alla Casanova chiarire la posizione della Giunta sul tema delle prestazioni sociali agevolate. “Giustamente la normativa impone di concedere agevolazioni sulle prestazioni sociali solo a chi è in grado di produrre la documentazione necessaria a certificare il proprio reddito e il proprio patrimonio, e questo vale per tutti, italiani e non. Per i cittadini non europei questa documentazione deve essere reperita nei Paesi d’origine. La legge italiana non ammette autocertificazioni, del resto come si potrebbe verificarne la veridicità? Noi non neghiamo a nessuno i servizi - che sono accessori e non obbligatori (asilo nido, mensa, scuolabus, pre e post scuola) - ma chi non presenta le certificazioni indicate pagherà la fascia massima delle tariffe previste, qualora decidesse di usufruirne. Si tratta di una libera scelta delle famiglie e non di un obbligo.

In assenza di documentazione

"Il Comune, in assenza di documenti, non ha modo di conoscere quali redditi e beni i cittadini stranieri possiedano all’estero. Solo applicando il regolamento, che rispecchia la normativa nazionale e le direttive regionali, sarà quindi garantito un uguale trattamento per tutti e un aiuto concreto a chi ne ha realmente bisogno. Venerdì ho incontrato una delegazione di manifestanti che mi ha presentato le proprie ragioni. Da parte mia ho ribadito che non si può derogare all’applicazione della legge italiana e che quindi il Regolamento comunale per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate rimarrà in vigore per l’anno scolastico in corso, anche nel rispetto di un provvedimento votato a maggioranza in Consiglio comunale."

La protesta non deve inficiare il diritto all'istruzione

"Ricordo infine che mandare i figli a scuola è un obbligo e impedire la frequenza a dei minori per protesta è grave: le scelte dei genitori non possono e non devono incidere sui diritti dei figli. Le opposizioni, andando in piazza e avallando strumentalmente questa scelta palesano la loro totale irresponsabilità politica”.

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