ECONOMIA

Oltre mille imprese chiuse nel 2024 tra Lodi, Monza e Milano: a rischio 11mila posti di lavoro

In Lombardia, il settore manifatturiero sta vivendo un momento critico

Oltre mille imprese chiuse nel 2024 tra Lodi, Monza e Milano: a rischio 11mila posti di lavoro
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La crisi industriale non dà tregua: oltre mille imprese chiuse in Lombardia nei soli territori di Milano, Monza Brianza e Lodi nel 2024. Preoccupazione per l'impatto sul mercato del lavoro.

Oltre mille imprese chiuse tra Lodi, Monza e Milano

La crisi che da anni affligge il panorama industriale italiano continua a mietere vittime. In Lombardia, il settore manifatturiero sta vivendo un momento critico, con oltre 1.120 imprese costrette a chiudere nei soli territori di Milano, Monza Brianza e Lodi nel 2024. Un dato che segna il continuo declino di un settore che è da sempre il cuore pulsante dell’economia regionale e nazionale.

Oltre 11.000 posti di lavoro a rischio

Alberto Fiammenghi, presidente dell'Associazione delle Piccole e Medie Industrie (API) delle province di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo, ha espresso preoccupazione per l’impatto che questa ondata di chiusure sta avendo sul mercato del lavoro.

"Se consideriamo una media di dieci dipendenti per azienda, sono più di 11.000 le persone che si trovano ora a dover cercare un nuovo impiego", ha sottolineato Fiammenghi, mettendo in evidenza la drammaticità della situazione.

“Cortocircuito” tra pubblico e privato

Secondo Fiammenghi, il settore manifatturiero è alle prese con una grave disconnessione tra le politiche pubbliche e le necessità delle imprese.

“Si è rotto qualcosa, il patto di fiducia pubblico-privato su cui ci si è sempre basati per lo sviluppo delle nostre industrie", ha dichiarato, definendo la situazione un "cortocircuito" nel sistema che non permette alle imprese di prosperare. Un rapporto di fiducia compromesso, che rende ancora più difficile affrontare le sfide che il settore deve fronteggiare.

Le cause

Il presidente dell'API ha ricordato le difficoltà che le imprese hanno dovuto affrontare negli ultimi anni: dalla crisi geopolitica alla pandemia, passando per la crisi dell'automotive e la recessione tedesca. A questi fattori si aggiungono le difficoltà strutturali che da sempre affliggono l'Italia, come il cuneo fiscale, la burocrazia e la pesante fiscalità. Tutti elementi che, secondo Fiammenghi, continuano a rendere insostenibile la crescita delle piccole e medie imprese italiane.

Il "Libro Bianco"

Nel tentativo di contrastare il declino, l'API sta lavorando su una proposta di politica industriale per l’Italia, che vedrà la luce a febbraio con la pubblicazione del "Libro Bianco". Il documento, frutto di una consultazione pubblica svolta nei mesi precedenti, punta a delineare una strategia per rilanciare il settore.

"Senza le piccole e medie imprese, che costituiscono il 97% delle aziende manifatturiere, il Paese non può reggersi", ha concluso Fiammenghi, lanciando un appello alla politica per porre rimedio alla situazione prima che sia troppo tardi.

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