Le imprese lodigiane si raccontano

Si è chiusa il 6 Dicembre nel lodigiano con l’ aperitivo di network dal titolo “ Le imprese lodigiane si raccontano”.

Le imprese lodigiane si raccontano
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Si è chiusa il 6 Dicembre nel lodigiano con l’ aperitivo di network dal titolo “ Le imprese lodigiane si raccontano”, la serie di eventi organizzata dal Circolo delle Imprese per l’ anno in corso.

Bilancio

Durante la serata il Presidente Fiorentino ha colto l’ occasione per fare un bilancio dell’ attività del Circolo, sottolineandone il crescente sviluppo con ben 50 eventi di rete realizzati durante l’ anno che si sta chiudendo, oltre 4000 iscritti, la sperimentazione perfettamente riuscita della Business School e il progetto di prossima realizzazione “ Il Circolo entra in Fabbrica” . Fedele a se stesso, lo spirito del Circolo è rimasto immutato nel corso del tempo, come ha spiegato Fiorentino richiamandosi alle origini: “ si è partiti con Massimiliano Salini, ora eurodeputato, con le visite alle imprese sul territorio e per far sì che questo non rimanesse fine a se stesso abbiamo tentato di creare un ambito nel quale si potessero ritrovare questi rapporti per fare rete tra loro”. E ha aggiunto una sottolineatura sul carattere itinerante del Circolo: “ il senso di questi momenti è anche quello di connettere imprenditori di territori diversi per garantire un’ apertura dei rapporti e allontanare il rischio di sedimentazione a livello locale”.

Ospiti

Ospiti della serata Ottavio Albini, responsabile commerciale di Asservimenti Presse srl operativo nel settore degli impianti di stampaggio delle lamiere, e Paolo Polimeno della GIS srl leader in ambito di sistemi di sicurezza. Entrambe le testimonianze hanno messo in luce il ruolo fondamentale del Circolo per le loro imprese cogliendone la modalità tipica che mette la relazione al centro, in modo vero. Sia Albini, neofita di questa realtà che Polimeno che invece il Circolo lo ha visto nascere, ne hanno riconosciuto l’ utilità in termini di confronto di esperienze che favoriscono la creazione di una rete commerciale “ Questi sono momenti bellissimi per fare rete – ha dichiarato Polimeno – nell’ ottica della visione di medio-lungo termine è molto importante avere una rete di rapporti sulla quale poter fare riferimento”. Non solo scambio di idee ma anche luogo di formazione dove poter imparare un metodo di lavoro più specifico da condividere all’ interno dell’ azienda, così la Business School nelle parole di chi vi ha preso parte e lo ha ritenuto uno spazio importante di riflessione e apprendimento. La dimostrazione che l’idea di realizzare un corso di formazione manageriale sia stata vincente infatti non è data soltanto dal riscontro degli imprenditori che vi hanno partecipato ma soprattutto dalla loro specifica richiesta di piani di accompagnamento all’ interno dell’ azienda. “ Oggi le Piccole e Medie Imprese sono spesso sole nella gestione della loro attività – ha spiegato Stefano Galignani ideatore della Business School- e necessitano di strumenti che devono saper usare e prima di tutto conoscere.”

Riflessione politica

A chiudere la serata l’ intervento dell’ On. Massimiliano Salini che ha fatto il punto sul panorama politico attuale, dichiarandosi molto preoccupato ma proprio per questo molto motivato. “ La vera novità che ci si può attendere in un momento come questo – ha detto – è che qualcuno tratti con intelligenza il tentativo di chi fa impresa”. Lo scenario descritto è quello di una società spaccata tra i garantiti e gli abbandonati, di cui fa parte una vasta platea di soggetti che spazia dalle famiglie, alle imprese passando per i liberi professionisti fino a tutti coloro che lavorano per le imprese. “Il criterio di distinzione non è dato dalla qualità del lavoro svolto, ma dall’ utilità o meno di quella fascia al raggiungimento di quegli scopi che lo Stato si è prefisso” ha proseguito Salini sottolineando come questo porti ad un pericoloso cortocircuito distruttivo per l’ intero Paese. E ha aggiunto: “La politica attuale sta costruendo una manovra finanziaria dove viene fatta fuori la dignità del lavoro, perché non mette 1 euro per chi investe e sposta tutto sulla distribuzione di risorse a chi è in difficoltà ma senza stimolare a ripartire. Una manovra così finanzia la paura, la pigrizia, la mancanza di speranza e chiede al Paese di rimanere povero”. Per questa ragione serve una presa di coscienza da parte della società civile, occorre che faccia sentire la propria voce prendendo posizione. “La politica deve mettersi in ascolto. Bisogna tener conto della speranza e della rabbia delle persone. Ma la responsabilità della politica è aumentare la speranza e non la rabbia. Occorre che il buon senso che abita in ciascuno diventi lo stile della proposta politica, perché è l’unico punto di speranza che il Paese ha e solo così si può ottenere il risultato finale cioè che rinasca una partito che abbia a cuore non il partito stesso ma il Paese”.

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