Air Italy a terra da un anno: “I fondi europei non servano solo per Alitalia”
Tra pochi mesi finirà la cassa integrazione e arriveranno i licenziamenti. Le proteste dei lavoratori dell'ex Meridiana continuano: "No a disparità di trattamento rispetto Alitalia".
L’orizzonte si fa sempre più vicino e resta lo stesso, definitivo: il licenziamento. Che rischia di arrivare presto per le migliaia di lavoratori di Air Italy e al quale al momento non sembra esserci alternativa. Le proteste intanto continuano, con il Terminal 2 di Malpensa “lucchettato”.
Air Italy, un anno dopo nessuna prospettiva
Dieci mesi di cassa integrazione e poi il licenziamento. Era settembre, sei mesi dopo “l’abbandono” da parte di Qatar Airways e degli azionisti che aveva gettato nel baratro la compagnia. Una soluzione ponte, tesa ad evitare il licenziamento delle migliaia di dipendenti in un periodo di enorme crisi per tutto il settore aereo, che ora però non basta più.
Se da una parte c’è Air Italy ormai in liquidazione con dotazioni in vendita e dipendenti in cassa prima della definitiva “lasciata a casa”, dall’altra si vedono gli sforzi continui per la creazione di un “nuovo” vettore nazionale in cui trasformare Alitalia. Intervento questo che dovrebbe vedere anche l’intervento di fondi europei ma a finanziare un’operazione da cui l’ex Air Italy al momento resta completamente tagliata fuori.
Salvataggio Alitalia, abbandono Air Italy
Come spiegato in una lettera firmata dai lavoratori a fine gennaio, l’impressione è di una forte disparità di trattamento per l’ex Meridiana rispetto alla compagnia di bandiera che da anni si regge solo su prestiti ponte e finanziamenti pubblici:
“I Lavoratori Air Italy hanno gli stessi diritti di tutti i lavoratori del Trasporto Aereo Italiano – scrivevano – Pertanto devono essere compresi nel progetto di creazione della NEWCO del Trasporto Aereo (ITA), che non può essere a riprotezione dei dipendenti di una singola Compagnia, così come invece sta accadendo”.
Promesse e impegni mancati
“Il Governo Italiano, nel 2016, si è preso la responsabilità di siglare e condividere l’accordo tra Qatar Airways e Meridianafly, con il nuovo nome AIR ITALY, nuova realtà che avrebbe promesso (a detta degli investitori) un’ imponente espansione ed un rilancio del vettore – ricordano – Di fatto, sono stati richiesti pesanti sacrifici occupazionali, che hanno portato al licenziamento di moltissimi lavoratori. I politici, che hanno siglato tale accordo, si sono presi anche l’impegno di vigilare sull’operato dei soci (cosa che non è stata mai fatta) ed ora hanno la responsabilità di salvare i lavoratori AirItaly, rovinati da tali scellerate scelte politiche e commerciali. Dall’11 Febbraio 2020, data della comunicazione di messa in liquidazione ai lavoratori, abbiamo assistito ad un incessante e laborioso lavoro di smantellamento dell’azienda, commissionato ai liquidatori nominati da parte dei due ricchissimi proprietari e ad una inspiegabile e totale assenza di impegno per ricollocare la risorsa principale di una Compagnia Aerea: personale altamente qualificato e addestrato per operare in tutto il mondo. Peraltro il Governo Italiano ha anche mostrato un’importante apertura sulla possibilità di un futuro per i dipendenti Airitaly, dichiarando di dare mandato a chi guida la Newco (ITA) di valutare l’acquisizione di assets di Airitaly dai commissari preposti alla liquidazione in corso.
Ora la politica ha le sue responsabilità su quanto accaduto e non può e non deve permettere discriminazioni tra professionisti dello stesso comparto lavorativo. Airitaly e Alitalia, sono entrambe private, entrambe hanno avuto un partner medio-orientale, sono vittime di scelte sfortunate e detentrici degli stessi e altissimi livelli di competenza”.
“No a canali preferenziali per Alitalia”
“I fondi disposti dall’Unione Europea, per sovvenzionare l’intero settore dell’Aviazione Civile Italiana e per creare un vettore unico nazionale, non possono essere l’ennesimo “prestito ponte” da impiegare solo per salvare i dipendenti di Alitalia.
Come richiesto dall’Unione Europea sulle modalità di utilizzo del Recovery Fund, la NEWCO si deve creare sul principio di discontinuità dal passato, deve essere concepita per rigenerare il settore del Trasporto Aereo in Italia e non deve prevedere canali preferenziali nel coinvolgimento delle relative competenze.
Al contempo, in Airitaly non possiamo accettare che, nel silenzio più assordante, il nostro problema si risolva tra qualche mese facendoci sparire dal mondo dell’Aviazione Civile Italiana.
Consapevoli dell’emergenza Covid in atto e dell’attuale contrazione del mercato, serviranno ben più di quattro mesi per rilanciare l’occupazione nel settore e per essere coinvolti nel progetto ITA. Auspichiamo quindi un prolungamento della cassa integrazione come ”conditio sine qua non” per rimanere all’interno del comparto del Trasporto Aereo Italiano.
Ci appelliamo alla Vostra onestà morale, professionale ed intellettuale, contando sul progetto inclusivo riguardo la nostra permanenza nel comparto Trasporto Aereo Italiano in tutte le sue peculiarità.
Contiamo sulla Vostra sensibilità nei confronti di 1500 professionisti, responsabili delle loro 1500 famiglie, prossimi al precipizio e privati totalmente della loro dignità”.