Una settimana fa veniva ritrovato il corpo dello chef lodigiano: ora è caccia ai complici della prostituta
La donna era solita lavorare con due spacciatori
E' passata una settimana esatta dal ritrovamento del corpo senza vita dello chef di Cipriani Dolci Andrea Zamperoni, originario della frazione Zorlesco di Casalpusterlengo.
Il ritrovamento del cadavere e della prostituta responsabile della morte
La sera del 21 agosto 2019 gli agenti della Homeland security investigations, la polizia statunitense specializzata in crimini efferati che si era adoperata nella ricerca di Andrea, ha fatto irruzione in una stanza del motel Kamway Lodge, nel quartiere Queens di New York, poco lontano da dove lo chef abitava.
E' stato proprio lì, in quella stanza spoglia e malfamata, che è stato ritrovato il cadavere dello chef lodigiano, arrotolato in una coperta e seminascosto in un bidone della spazzatura nella stanza dal quale fuoriusciva un piede che non è sfuggito all'acuta vista di uno degli agenti.
Nella stanza era presente anche Angelina Barini, la prostituta arrestata ieri: a quanto sembrerebbe la donna avrebbe persino cercato di non far entrare gli agenti, colta di sorpresa dalla loro presenza. Il decesso dello chef risalirebbe alla notte a cavallo tra sabato 17 e domenica 18 agosto 2019.
Sulle tracce del protettore e di eventuali complici
Barini fin da subito avrebbe confessato agli agenti di non aver chiamato la polizia perché il suo protettore non glielo avrebbe consentito, ipotizzando di tagliare addirittura il corpo dello chef a pezzi per nascondere il cadavere.
Dopo l'arresto della donna le indagini delle autorità americane stanno proseguendo: gli agenti sono ora all'opera per individuare il protettore di Barini (entrambi sono indagati anche per altri due omicidi realizzati in condizioni analoghe, con dosi letali di droga) ed eventuali complici. Secondo gli investigatori la prostituta lavorava anche con altri spacciatori con cui avrebbe rapinato alcuni clienti dopo averli drogati.
La Procura di Lodi non può fare altro che attendere
Dopo quanto affermato dal Procuratore di Lodi giorni fa e dopo aver aperto un'indagini conoscitiva sulla morte dello chef lodigiano, ora la Procura non può far altro che attendere. Non ci sono, infatti, le condizioni minime richieste dalla normativa italiana per la procedibilità. In ogni caso l'intento del Procuratore non è quello di chiudere la pratica così che l'ufficiale italiano di collegamento possa continuare a partecipare anche per i prossimi giorni alle riunioni informative che si terranno via via con la polizia di New York.
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