Tre arresti per la strage del Mottarone: sistema frenante manomesso, aveva da tempo problemi
L’impianto aveva da tempo problemi e non avrebbe dovuto essere in moto.
Strage del Mottarone: tre arresti
Dopo il primo avviso di garanzia arrivato ieri sera durante gli interrogatori dei dipendenti, nella notte sono arrivati i primi tre arresti per la strage del Mottarone. Secondo il procuratore capo Olimpia Bossi di Verbania il sistema di emergenza dei freni era stato manomesso con la presenza di un forchettone. Messo lì per evitare blocchi della funivia.
Da quanto emerso il problema sulla funivia andava avanti da tempo e per risolverlo sarebbe stato necessario fermare l’impianto. Ma questo avrebbe voluto dire stoppare la stagione appena ripresa dopo il Covid.
Gravi indizi
A carico dei tre fermati ci sono gravi indizi di colpevolezza. Posizionare il forchettone è stata una scelta consapevole per ragioni economiche. Le tre persone arrestate sono: Luigi Nerini, amministratore della società Ferrovie del Mottarone che gestisce la funivia, Gabriele Tadini e Enrico Perocchio.
Iniziato il risveglio del piccolo Eitan
La tragedia avvenuta domenica scorsa è costata la vita a 14 persone. Unico superstite il piccolo Eitan, di 5 anni, rimasto senza una famiglia. Senza una mamma, un papà, un fratellino e due nonni. Il bimbo si trova ricoverato al Regina Margherita di Torino.
La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto lunedì non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico; nella giornata di ieri i sanitari hanno iniziato un lento e graduale risveglio del piccolo.
“Il risveglio è partito e la risposta del bambino è positiva. Comincia a dare i primi segnali di risveglio con colpi di tosse e alcuni momenti di respiro spontaneo. Ma in termine precauzionali si sta procedendo con più calma e attenzione proprio perché la situazione del bambino è critica, seppur vi siano dei segnali positivi”.
A riferirlo è il il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle. A portare sostegno e conforto a Eitan, anche l’ambasciatore di Israele, Dror Eydar, che gli ha fatto visita in ospedale:
“Eitan in ebraico significa forza. Abbiamo grande speranza. L’ospedale fa un grande sforzo per salvarlo”.