Tentò di uccidere un uomo e minacciò i Carabinieri perchè smettessero di indagare: in carcere 29enne
Le accuse sono tentato omicidio, rapina aggravata e minacce a pubblico ufficiale.
Arrestato su ordine di carcerazione per evasione, pregiudicato di Lodi agli arresti domiciliari per tentato omicidio, rapina aggravata e minacce a pubblico ufficiale.
Dagli arresti domiciliari al carcere
A mezzogiorno di ieri, 15 settembre, i carabinieri della Stazione di Lodi si sono presentati a casa di C.B., 29enne nativo di San Paolo del Brasile ma abitante in questo centro cittadino, e gli hanno notificato un ordine del Giudice di Lodi con il quale è stata ripristinata nei suoi confronti la misura cautelare della detenzione in carcere. Egli si trovava infatti agli arresti domiciliari poiché responsabile di tentato omicidio, rapina aggravata e minaccia a pubblico ufficiale.
In manette perchè non ha rispettato gli arresti domiciliari
La misura cautelare notificata ieri altri non è che il risultato del mancato rispetto delle prescrizioni cui era sottoposto ed accertato dagli stessi carabinieri della Stazione di Lodi lo scorso 31 luglio 2020, quando lo hanno pizzicato fuori casa senza giustificato motivo, segnalando la violazione alla Magistratura.
Arrestato per tentato omicidio
C.B. si trovava agli arresti domiciliari per essere stato arrestato il 21 maggio scorso dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lodi, a conclusione di una articolata attività d’indagine che aveva preso il via dal tentativo di omicidio di un cittadino egiziano la sera del 25 maggio del 2019, quando all’uscita di un bar a Tavazzano con Villavesco era stato colpito da cinque colpi d’arma da fuoco esplosi da due soggetti mascherati con casco integrale, che lo avevano ferito alla gamba. Gli investigatori del Comando Provinciale di Lodi hanno ricostruito l’intera vicenda accertando dinamica e movente di quell’episodio, riuscendo a far luce anche su altri episodi di cronaca cui il soggetto si era reso autore assieme a due complici, il 29enne di origini albanesi X.D. e il 27enne lodigiano S.M., scoprendo che i tre, nei giorni precedenti, avevano già rapinato un ufficio postale della provincia e commesso un’analoga azione delittuosa ai danni di un passante.
Minacciò gli inquirenti
Il solo C.B., invece, qualche tempo dopo, aveva avuto addirittura l’ardire di presentarsi in Caserma e minacciare gli stessi investigatori che lo avevano indagato, per costringerli ad interrompere i controlli nei confronti suoi e della fidanzata.
Tornando all’attualità, C.B. dopo le formalità di rito è stato collocato presso la casa circondariale Lodi, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto l’inasprimento della detenzione domiciliare con quella in carcere.
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