Superare la malattia: le storie di nonno Matteo e del piccolo Daniele
Un anziano e un bambino, con quadri clinici diversi, ma accomunati dalla tenacia e dalla voglia di farcela.
Superare la malattia. Vi vogliamo raccontare le storie di nonno Matteo e del piccolo Daniele: un uomo e un bambino, con patologie differenti, ma che non hanno perso la speranza e la voglia di farcela.
Superare la malattia: la storia di nonno Matteo
L’Italia è il paese europeo con il più alto numero di abitanti affetti dal virus dell’epatite C, e ancora circa 300.000 sono in attesa di ricevere un trattamento. Di questi, circa un terzo sono cirrotici, hanno sviluppato cioè una grave malattia del fegato che, in alcuni casi, può degenerare in un tumore epatico primitivo. Come riporta GiornalediPavia.it, nonno Matteo era uno di questi ultimi. Era, perché la sua vita, che sembrava irrimediabilmente segnata dalla malattia, ha avuto una svolta importante.
Matteo, ha subito un trapianto, eseguito in un centro specializzato nei trapianti di fegato, che andò bene ma, come sempre accade, il virus dell’epatite C non tardò ad attaccare il nuovo il suo fegato.
Nel 2013 il prof. Grossi, che opera all’ospedale di Circolo di Varese, propose a Matteo di tentare una via ancora tutta da esplorare: proprio in quei mesi si stavano studiando dei farmaci per curare l’epatite C. Le premesse erano buone, ma la sperimentazione non era ancora conclusa e gli esiti tutt’altro che sicuri.
“Mi dissero che il trapianto mi aveva donato 7 anni di vita e che dovevo essere contento per aver avuto questa possibilità. Io però non riuscivo ad accettare questa prospettiva, non volevo arrendermi senza provare almeno a combattere. Così tornai a Varese, dal prof. Grossi. Non riuscivo più nemmeno a camminare, tanto ero gonfio di liquidi. Lui mi ricevette, mi ascoltò, condivise il mio spirito, anzi mi incoraggiò a provare”.
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Il piccolo miracolo di Daniele
Daniele è un bambino di 9 anni che vive a Legnano, in provincia di Milano sul confine col Varesotto, ed è affetto dalla sindrome di Phelan-McDermid, una rarissima malattia genetica della quale si contano non più di 800 casi in tutto il mondo, un’ottantina in Italia. Causata dalla perdita della regione terminale del cromosoma 22, la sindrome provoca arresto dello sviluppo motorio e intellettivo e conseguente ritardo mentale: i bambini colpiti regrediscono nella capacità di comunicare (smettono di parlare), manifestano comportamenti autistici (tendono a isolarsi), disturbi del sonno e sono spesso agitati o iperattivi. Non esiste una cura, ma si interviene solo con tecniche di riabilitazione psicomotoria per cercare di far recuperare almeno in parte le capacità intellettive e fisiche.
Ma, come riporta Settegiorni.it, ora Daniele, grazie alla tenacia delle maestre della scuola primaria che frequenta sta imparando a scrivere in stampatello maiuscolo. Un piccolo grande miracolo.
«Grazie alla tenacia delle maestre della scuola primaria Arturo Toscanini – prosegue la mamma -, e in particolare della docente di sostegno Teresa Mollica, Daniele sta imparando a scrivere in stampatello maiuscolo, e a dicembre è stato in grado di scrivere da solo una semplice lettera a Babbo Natale. È stata una tale emozione vederglielo fare… tanto da dover immortalare il momento!»
L’ORGOGLIO DI ESSERE FINALMENTE UTILE ANCHE AL FRATELLINO: CONTINUA