Cadavere nel Po

Stefano Barilli, la Procura di Lodi indaga per istigazione al suicidio

Per il momento sono i due i fascicoli aperti sul caso: uno relativo alla sua scomparsa, l'altro al suo presunto suicidio.

Stefano Barilli, la Procura di Lodi indaga per istigazione al suicidio
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Nella giornata del 20 aprile 2021, Natascia Brescia, mamma di Stefano Barilli, ha confermato quello che finora era un forte sospetto: il cadavere ritrovato sabato nelle acque del po' è proprio quello del giovane piacentino scomparso a febbraio. La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio non volendo tralasciare alcuna ipotesi relativa a questa terribile notizia.

Il riconoscimento della madre

Nonostante, com'è tristemente noto, la salma fosse senza testa, la madre di Stefano ha riconosciuto il corpo del figlio scomparso l'8 febbraio grazie ad alcune cicatrici sul corpo e dai vestiti indossati il giorno della sua scomparsa.

La donna ha incaricato un anatomopatologo tramite il suo legale per una consulenza sull'autopsia eseguita ieri mattina al dipartimento di medicina legale di Pavia. Il pm di Lodi Sara Zinone ha disposto il prelievo di alcuni tessuti per l'esame del Dna affidandoli a un genetista per il raffronto con materiale repertato sugli oggetti personali della salma.

 Causa della morte difficile da stabilire

Il Procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro ha dichiarato che la lunga permanenza in acqua non ha consentito di accertare se la morte sia stata per annegamento ma questo potrà essere indicato da alcuni tessuti. L’anticipazione dell’autopsia, che sarà depositata a tempo debito assieme al test del Dna, ha confermato i primi rilievi effettuati sul posto: la mancanza del capo è infatti compatibile con il trascinamento della salma contro ostacoli per effetto della corrente.

Aperti due fascicoli, istigazione al suicidio?

Per il momento sono due i fascicoli aperti sul caso: quello aperto a febbraio per la scomparsa di Barilli dalla Procura di Piacenza e quello relativo al corpo trovato a Caselle Landil, aperto dalla Procura di Lodi per istigazione al suicidio del giovane. Se l'autopsia e l'esame del Dna confermeranno il riconoscimento il fascicolo passerà a Piacenza.

Nel biglietto trovato addosso alla salma c'era scritto "nessuno mi ha costretto", come ad indicare il suicidio di quello che pare essere Stefano, indizio che  non è bastato a eliminare le ipotesi della psico-setta.

La madre della vittima ha peraltro affermato che il figlio era un ottimo nuotatore non credendo all'ipotesi che possa essersi tolto la vita buttandosi in acqua.

Scomparso il 7 febbraio

Era il 7 febbraio 2021 quando Stefano Barilli faceva perdere le sue tracce: era tornato da pochi giorni da un viaggio in Svizzera durato circa un mese che pare non averlo affatto soddisfatto.

Prima della sua scomparsa, peraltro, si era anche preoccupato di cancellare tutti i suoi profili social portando con sé solo una sim, un cambio di vestiti e un dizionario italiano-tedesco: non aveva invece portato con sé né il telefono né la carta di credito che però è stata utilizzata per noleggiare un'automobile.

Da chi? Perchè? Sono tante le domande cui dovrà tentare di rispondere la procura di Lodi.

Giordana Liliana Monti

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