Si può fare la spesa anche in un altro Comune: la conferma del Governo
Dopo i dubbi interpretativi del test del Dpcm del 26 aprile e le precisazioni della Prefettura di Bergamo, ecco la definitiva risposta della Presidenza del Consiglio.
Ora è certo: si può fare la spesa anche in un Comune diverso da quello di residenza. Dopo i tanti dubbi seguiti alla firma del Dpcm del 26 aprile scorso sulla “fase 2” e le prime precisazioni della Prefettura di Bergamo, ora anche il Governo ha pubblicato una FAQ (risposta alle domande più frequenti) sul punto.
Cosa dice il Governo
Nell’apposita sezione del sito della Presidenza del Consiglio, nella categoria “Spostamenti”, si legge:
«È possibile spostarsi in ambito regionale per situazioni di necessità, come, ad esempio, fare la spesa, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Resta inteso che la giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere fornita nelle forme e con le modalità consentite. Di norma la spesa deve farsi in esercizi ragionevolmente prossimi alla propria abitazione, pur non essendo più previsto il territorio comunale quale limite territoriale degli spostamenti; un maggior allontanamento è consentito solo in presenza di specifiche ragioni che lo rendano necessario».
Sì ad altri supermercati ma non troppo distanti
In altre parole, ci si può recare anche in negozi e supermercati fuori dal territorio comunale in cui si risiede, a patto che non siano eccessivamente distanti e che ci siano delle specifiche ragioni a giustificare questa scelta. Quest’ultima precisazione resta, francamente, alquanto aleatoria, dato che ognuno di noi può avere le sue legittime ragioni per preferire un marchio a un altro e difficilmente le autorità, in caso di controllo, potranno contestarle con queste norme in vigore.