Romene attirate con l’inganno e poi costrette a prostituirsi

La banda pagava anche il "pizzo" agli albanesi per l'affitto delle piazzole.

Romene attirate con l’inganno e poi costrette a prostituirsi
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Tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione e riduzione in schiavitù. Sono questi alcuni dei reati dei quali sono accusati i componenti di una banda, composta in prevalenza da cittadini romeni, contro cui stamane, giovedì 6 giugno 2019, è scattata un’operazione dei carabinieri di Bergamo, con la collaborazione della Polizia rumena, sotto il coordinamento della Dda di Brescia.

Nella banda, una giovane aguzzina senza pietà

Un’organizzazione criminale guidata da un 43enne detto Grasu, che aveva come braccio destro una 25enne connazionale.

“Una donna con una capacità criminale impressionante e che mai ha dimostrato pietà verso le ragazze sfruttate – ha spiegato il pm di Brescia Claudia Moregola – Alle ragazze spiegava che anche lei aveva iniziato così, prostituendosi in strada, e che ora invece non lavorava più e incassava solamente il denaro”.

Attirate con l’inganno nella Bergamasca

Le ragazze venivano attirate nella Bergamasca con l’inganno: dalle promesse di una vita agiata si passava alla prostituzione in strada. Sette persone sono state fermate in provincia, tra Ghisalba e Calcinate, una in Romania.

“Lungo la Provinciale 122 (la Francesca) di Bergamo una donna non può prostituirsi liberamente perché ogni piazzola è controllata da organizzazioni criminali – ha spiegato il magistrato che ha poi aggiunto – Ogni ragazza deve pagare 100-110 euro a sera alla criminalità, in particolare di origine albanese, che gestisce le piazzole di prostituzione”

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