CRONACA

Riciclaggio per oltre 30 milioni di euro: perquisizioni anche nella Provincia di Lodi

Coinvolti cittadini italiani, cinesi, albanesi e nigeriani in un complesso sistema di fatture false e conti fittizi

Riciclaggio per oltre 30 milioni di euro: perquisizioni anche nella Provincia di Lodi

Nove arresti da parte della Polizia di Stato e perquisizioni, anche nella Provincia di Lodi, nell’ambito di un’indagine su riciclaggio internazionale e fatture false. Il giro d’affari stimato supera i 30 milioni di euro in sei mesi.

Riciclaggio per oltre 30 milioni di euro

Questa mattina, venerdì 12 dicembre 2025, la Polizia ha eseguito perquisizioni e arresti in diverse province italiane, tra cui quella di Lodi. Come riportato da Prima Brescia, nove persone di nazionalità cinese, albanese, nigeriana e italiana sono state fermate con l’accusa di emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. Un decimo soggetto destinatario di un analogo provvedimento risulta al momento irreperibile ed è attivamente ricercato in Italia e all’estero.

Le perquisizioni

Oltre agli arresti, sono state effettuate 21 perquisizioni nelle sedi delle società coinvolte, con base a Brescia, Milano e Bergamo, nell’ambito di un’indagine su un sistema di false fatturazioni. Anche nella Provincia di Lodi, gli agenti hanno condotto controlli mirati per individuare conti correnti e beni collegati agli indagati.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla Squadra Mobile di Brescia, hanno avuto inizio a marzo 2025 a seguito della denuncia presentata dall’Opera di Santa Maria del Fiore Onlus, vittima di una truffa da 1,78 milioni di euro tramite il metodo “man in the middle” o “business e-mail compromise”. Il denaro, bonificato su conti fittizi, è stato poi riciclato attraverso un complesso schema che ha coinvolto società cartiere italiane e straniere.

Il modus operandi

Gli investigatori hanno accertato che due fratelli italiani hanno avuto un ruolo centrale come intermediari, fornendo società cartiere e collegando imprenditori compiacenti a cittadini cinesi residenti in diverse province, tra cui Milano, Vicenza, Prato e Lodi. Le fatture emesse venivano pagate tramite bonifici su conti nazionali ed esteri (Cina, Lussemburgo, Polonia, Germania, Spagna, Lituania, Nigeria e Croazia), con successiva retrocessione di denaro contante tra i soggetti coinvolti.

In particolare, sono stati monitorati i passaggi di denaro tra intermediari italiani e “spalloni” di nazionalità cinese, incaricati del trasporto e della consegna dei contanti. Gli investigatori hanno documentato un vero e proprio sistema di verifica dei trasferimenti, con esibizione di un “PIN” per il riconoscimento dei pagamenti.

Giro di affari di 30 milioni di euro

L’indagine ha permesso di ricostruire un giro d’affari di oltre 30 milioni di euro in sei mesi. Tra gli episodi più significativi, lo scorso 4 settembre 2025 la Polizia Stradale di Brescia ha intercettato una cittadina cinese in viaggio da Vicenza a Brescia con 197.220 euro in contanti nascosti all’interno dell’auto.