Covid-19

Ricerca su cittadini ex zona rossa rivela: 60% pazienti asintomatici con quadro polmonare grave

Uno studio diventato oggetto di una pubblicazione scientifica su Radiology, la massima rivista del settore.

Ricerca su cittadini ex zona rossa rivela: 60% pazienti asintomatici con quadro polmonare grave
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Covid-19: una ricerca sui cittadini della ex zona rossa pubblicata su Radiology rivela che il 60% dei pazienti, asintomatici o paucisintomatici, presentavano un quadro polmonare grave.

Covid-19: ricerca sui cittadini della ex zona rossa pubblicata su Radiology

Le radiografie dei cittadini di Codogno e degli altri nove Comuni dell’ex Zona rossa diventano oggetto di una pubblicazione scientifica su Radiology, la massima rivista del settore con sede a New York. Uno studio a firma del dottor Michele Bandirali, medico radiologo di Crema e collaboratore del Medical Radiologico Codogno, e di altri illustri colleghi quali il dottor Ernesto Pregliasco dell’ospedale Galeazzi di Milano, nato proprio dal lavoro sul campo presso il centro radiologico codognese che si è trovato a eseguire fino a 30 radiografie al giorno, notando una “casualità” davvero molto particolare: il 60% dei pazienti, asintomatici o paucisintomatici, presentavano un quadro polmonare grave.

Lo studio

Una prova inconfutabile del fatto che avessero contratto il COVID-19 ed erano guariti o stavano guarendo senza nemmeno accorgersene. Il medico ne ha informato subito Regione Lombardia e i colleghi dell’ospedale Galeazzi, insieme ai quali ha condotto lo studio su 170 abitanti dell’ex Zona rossa, poi pubblicato su Radiology. Gli esami radiologici sono stati eseguiti su pazienti particolarmente giovani, con un’età media di cinquant’anni circa, tutti con danni polmonari consistenti, normali per persone che sarebbero dovute stare molto male durante la malattia.

Lo studio rivela invece come molte persone abbiano contratto il virus senza accorgersene, mettendo un punto esclamativo su una concezione sempre molto diffusa ma ancora mai certificata: una verifica che arriva proprio dalla prima Zona rossa europea, una scoperta della sanità lombarda che può cambiare davvero le sorti della lotta al Coronavirus a livello mondiale.

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