Rapine, violenze, minacce: minorenni nei guai
Giovanissimi in arresto o ai domiciliari: vittime erano i coetanei
L'operazione della Squadra Mobile di Lodi.
Tre minorenni nel mirino
Al termine di accurate attività investigative nei confronti delle baby gang, nelle ultime ore a Lodi e provincia la Squadra Mobile ha eseguito tre misure cautelari disposte dal Tribunale per i minorenni di Milano: un minore di 15 anni è stato collocato in comunità, un minore di 17 anni è stato portato in carcere e un minore di 16 anni la misura della permanenza in casa. Complessivamente i soggetti deferiti all'autorità giudiziaria sono quattro minori di anni 18, un maggiorenne e un infraquattordicenne.
Dieci rapine in cinque mesi
Secondo le indagini i tre indagati, tra ottobre 2021 e marzo 2022, a volte agendo in gruppo e a volte singolarmente, si siano resi responsabili di ben 12 reati, di cui 10 rapine (tentate o consumate), un episodio di lesioni aggravate e un danneggiamento. I reati contestati sono stati commessi quasi sempre nel tardo pomeriggio o la sera, nella giornate di sabato o di domenica, a Lodi in zona centrale e semicentrale, spesso in orario di maggior affluenza di persone in strada per la movida.
Le vittime, quasi sempre minorenni, venivano sopraffatte fisicamente ed in alcuni casi scaraventate per terra e picchiate al solo fine di sottrargli denaro o altri beni (cellulare o orologio) in loro possesso. Inoltre, durante una discussione nata dopo una partitella di calcetto, hanno percosso con calci, pugni, cinghiate e sassate un ragazzo di 17 anni procurandogli lesioni guaribili in 5 gg.
Timori e attenzione delle istituzioni
Gli episodi hanno attirato particolare attenzione nelle istituzioni e nella comunità locale, soprattutto in ambito giovanile dove le vittime, per timore, spesso non sporgevano denuncia e non riferivano dell'accaduto nemmeno ai genitori. Il gruppo era noto a Lodi per gli atteggiamenti spesso violenti nei confronti di coetanei. Gli stessi, inoltre, intimidivano le vittime minacciandole di non denunciare quanto accaduto. Infatti, otto volte su dieci le vittime, per paura di ritorsioni, non avevano sporto querela e solo raccogliendo informazioni tra i ragazzini si è riusciti a rintracciare le presunte vittime del gruppo di indagati.
Mai cambiato condotta
Gli indagati, nonostante siano stati identificati e accompagnati più volte in Ufficio per l'identificazione e la contestazione degli addebiti, da parte del personale delle Volanti della Questura di Lodi, non avevano mai cambiato condotta.