Lodi

Prezzi del carburante super concorrenziali: un distributore sotto sequestro

Sigilli della Finanza ad una stazione di servizio in città: faceva parte di una maxi frode da quasi 150 milioni di euro

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Sotto sequestro una stazione di servizio a Lodi: faceva parte di una maxi truffa sui carburanti da 190 milioni di euro scoperta dalla Finanza.

Maxi operazione della Finanza

Anche un distributore di carburanti di Lodi in una maxi truffa da 150 milioni di euro scoperta dalla Finanza.

Nella giornata di ieri, mercoledì 22 marzo 2023, i finanzieri del comando provinciale di Parma hanno infatti dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, su richiesta della Procura Europea (Eppo), nei confronti di due società operanti nel commercio di carburanti e di sette persone fisiche tra le quali tre promotori e organizzatori di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale nell’acquisto di ingentissimi quantitativi di prodotti energetici per autotrazione (benzina e gasolio).

Beni e denaro sotto sequestro per 150 milioni

Con il decreto è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e, in alternativa, per equivalente, di beni mobili, immobili e disponibilità liquide fino alla concorrenza dell’ammontare complessivo di ben 149 milioni e 188 mila euro, da eseguire:

  • nei confronti della società parmigiana e, in alternativa, del suo rappresentante legale per 26 milioni e 168mila euro;
  • nei confronti di una società con sede a Potenza e, in alternativa, del suo rappresentante legale per 12milioni e 374mila euro;
  • nei confronti dei promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere per 110 milioni e 646mila euro.

Con il medesimo decreto è stato, altresì, disposto il sequestro preventivo di denaro e beni mobili e immobili per ulteriori 8 milioni e 871mila euro nella disponibilità della società parmigiana, quale ente responsabile dell’illecito amministrativo con riferimento al reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti contestato al suo legale rappresentante.

Prezzi del carburante ultra competitivi

Le indagini di polizia giudiziaria sono scaturite dall’analisi operata dalle Fiamme Gialle di rilevanti anomalie dei prezzi di vendita di carburante praticati sin dal 2019 dalla società parmigiana attraverso i propri punti vendita dislocati a Parma e provincia che risultavano sensibilmente inferiori a quelli praticati nelle altre rivendite, anche quelle che acquistavano gasolio e benzina direttamente dalle raffinerie.

Le successive attività di polizia giudiziaria sono state svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Parma sotto la direzione dapprima della Procura della Repubblica di Parma e poi dell’Ufficio Eppo di Bologna.

Come avveniva la frode

Secondo la ricostruzione investigativa, un’impresa parmigiana avrebbe sfruttato un complesso e ben articolato sistema di frode all’Iva messo in piedi da un’associazione a delinquere costituita da tre soggetti italiani operanti uno da Dubai, uno da Miami e il terzo da Napoli.

L’organizzazione criminale in parola avrebbe organizzato una frode carosello nell’acquisto e nella distribuzione sul territorio nazionale di prodotti petroliferi provenienti da raffinerie site in Slovenia e Croazia, che sarebbero stati ceduti fittiziamente dapprima a imprese del Regno Unito e della Romania e poi a società cartiere italiane – tutte gestite dai componenti dell’associazione per delinquere – per essere successivamente ceduti al reale destinatario italiano, ossia l’impresa parmigiana.

Sono state individuate ben 31 imprese cartiere fornitrici.

Per l'Erario danno di oltre 92 miliardi

In sintesi, secondo la contestazione, il meccanismo fraudolento avrebbe consentito di evadere sistematicamente l’Iva a debito artatamente maturata dalle cartiere (deputate proprio a non assolvere i loro obblighi fiscali) e vendere i prodotti petroliferi a un prezzo inferiore a quello possibile nel rispetto delle regole fiscali, producendo un danno complessivo per l’Erario pari a 92 milioni e 379mila euro, costituenti l’imposta evasa a partire dal 2016.
In tal modo, l’impresa parmigiana ha ottenuto i prodotti petroliferi a prezzi, comprensivi dei costi di trasporto e dei margini riconosciuti agli operatori della filiera commerciale, altamente concorrenziali, spesso pari o addirittura al di sotto del “platts” che è considerato l’indice che definisce il prezzo della materia prima presso la raffineria in un determinato giorno.

Nel periodo oggetto di indagine l’impresa parmigiana ha incrementato in maniera evidente il proprio volume d’affari fino a raddoppiarlo.

Un primo sequestro da un milione e mezzo in contanti

Nel corso delle indagini era stata eseguita nel giugno 2019 una perquisizione presso la sede principale dell’impresa di Parma, durante la quale i finanzieri avevano rinvenuto e sottoposto a sequestro denaro contante per un milione e mezzo di euro, comprensivo di circa 190mila dollari statunitensi.

Stando al decreto del Gip, la detenzione di tale somma, che non trova plausibile giustificazione nell’ordinaria operatività di un’azienda, sarebbe stata verosimilmente accumulata perché restituita dai fornitori delle fatture per operazioni inesistenti.

Sequestro anche nel Lodigiano

Nell’ambito dell’esecuzione del provvedimento del Gip, sono state messe a segno perquisizioni a Parma, Padova, Potenza, Napoli, Salerno, L’Aquila e Lucca, con l’ausilio di cash-dog, ossia unità cinofile addestrate dalla Guardia di Finanza a fiutare l’odore dei soldi.

All’esito delle preliminari attività di servizio di ieri sono stati sottoposti a sequestro:

  • il deposito commerciale di Parma avente capacità di stoccaggio di carburanti per autotrazione pari a circa mille metri cubi;
  • 17 impianti di distribuzione stradale di proprietà dell’impresa parmigiana, ubicati nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Brescia, Lodi e Verona;
  • svariati immobili riconducibili agli indagati nelle province di Parma, Roma, Potenza e Matera;
  • disponibilità finanziarie e quote societarie in corso di quantificazione.
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