Pendolari, il bilancio (amaro) del 2018 è servito
Continuano i disagi per chi usa i treni.
Pendolari, il bilancio (amaro) del 2018 è servito. A pochi giorni dalla chiusura dell’anno, il comitati dei viaggiatori presentano il resoconto del 2018. “Avevamo vissuto un anno particolarmente movimentato nel 2015 durante Expo, ma nel corso del 2018 è stato superato ogni limite di sopportazione umana e disumana”.
Pendolari, la “favoletta”
“C’erano una volta un gruppo di viaggiatori pendolari che accolsero con grande scetticismo l’annuncio del passante ferroviario, badate bene non perché non credessero nel futuro della mobilità lombarda, ma perché sapevano benissimo che né l’infrastruttura né il materiale rotabile avrebbero sopportato a lungo le sollecitazioni e l’usura dovute alle numerose corse che sarebbero state introdotte da lì a qualche tempo. Passarono gli anni, si accumularono i ritardi e le soppressioni, ma i malcapitati, che denunciavano quanto avevano già previsto, erano derisi da tutti come cassandre incomprese e agli incontri di Quadrante venivano prontamente sbugiardati a suon di grafici su funzionalità, efficienza del sistema e indici mirabolanti di puntualità teorica. Poi però giunse Expo e le magagne reali del sistema perfetto vissute per anni e silenziate con l’algebra dei poveri vennero a galla, una per una. Ma i più scaltri, dissero: “si tratta solo di una parentesi di qualche mese e i disagi ve li dovrete tenere” (Cit. Ing. Spadi – Quadrante novembre 2014)”. Sono passati 3 anni e mezzo da Expo e 13 dall’introduzione del Passante. Le favole sono finite”, dicono.
Lo stato dell’arte
Il 25 gennaio 2018, deragliamento di un treno alla stazione di Pioltello con la morte di tre persone e conseguenti impatti sulla circolazione, durati mesi, sulle linee S5 e S6; aumento delle soppressioni per mancanza di personale e di materiale rotabile; elezione di una nuova Giunta Regionale che promette di risolvere i problemi dei pendolari: questa la cornice tratteggiata dai comitati. “Per la tragedia di Pioltello RFI è stata accusata di scarsa manutenzione. Questo è il risultato del mancato investimento nel traffico a corto e medio raggio da Parte di FS, a partire dagli anni 90. Siccome quando si parla di treni l’unità temporale è il lustro, le conseguenze non sono mai dirette, ma hanno una ricaduta lunga nel tempo con conseguenze disastrose anche per via di una manutenzione che negli anni ha avuto solo carattere correttivo (tappare i buchi) e mai preventivo. Forse perché troppo costosa. Per rimediare alle carenze di organico e di mezzi, materiali e finanziari, Trenord attua un piano emergenziale, tagliando sulle linee morbide e sostituendole con gli autobus. E per giustificare i tagli include nel computo dei disagi anche le soppressioni parziali, che invece esclude dal calcolo quando si tratta di elargire i bonus. In pratica è come se per rimediare a un collasso fosse sufficiente amputare una falange e metterci una protesi”.
Nessun miglioramento
E a 15 giorni dal nuovo orario, come va? “Non scorgiamo alcun segno di miglioramento nei fatti, ma siamo pronti a venire smentiti dai prossimi indici di puntualità. La nuova Giunta Regionale non ha ancora risolto i problemi di governance e accusa Trenitalia di mancati investimenti, quando era consapevole (o perlomeno ha avuto 7 anni per accorgersi) che il socio paritario partecipa solo alla divisione degli utili in Trenord, ma non investe senza la maggioranza assoluta, rivelando un vizio di fondo che è all’origine dell’immobilismo decisionale. In tutti questi anni i Comitati Pendolari hanno avanzato proposte per migliorare la qualità del servizio, ivi compresa l’introduzione di un nuovo algoritmo di calcolo degli indici di puntualità. Purtroppo i nostri suggerimenti, nella maggior parte dei casi, sono sempre stati rimandati al mittente per via di rimpalli di responsabilità e/o impossibilità di attuarle nel corso dell’attuale contratto di servizio”.
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