Operaio 32enne affogato in una cisterna di biogas, quattro rinvii a giudizio per la sua morte
Per tutti gli imputati l’ipotesi di reato è quella di cooperazione in omicidio colposo dovuto a inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Il 25 luglio 2019 un 32enne era morto annegato in una cisterna di biogas nel lodigiano: ora a distanza di due anni e mezzo quattro persone sono state rinviate a giudizio per l'incidente mortale.
Incidente mortale a Maccastorna, quattro rinvii a giudizio
Joachim Bauer, operaio austriaco di 32 anni, stava operando in cascina Canova, a Maccastorna, quando è improvvisamente caduto nel liquame contenuto nell'enorme cisterna sulla quale stava lavorando. Vani i soccorsi, il suo corpo era stato recuperato dai Vigili del fuoco solo diverse ore dopo, ormai privo di vita.
Ora Antonio Biancardi, titolare 73enne dell'impresa agricola commettente dei lavori di manutenzione, e A.M., manager austriaco titolare della ditta che aveva avuto l'appalto, sono stati rinviati a giudizio per verificare le loro eventuali responsabilità nella vicenda. Due responsabili della ditta che doveva sostituire il telo (l'intervento che stava eseguendo la vittima) hanno invece optato per il rito abbreviato con un giudizio più veloce e uno sconto di pena il cui verdetto dovrebbe arrivare a metà maggio.
La ricostruzione di quando successo
Secondo la ricostruzione di quanto successo fornita dagli specialisti dell'Ats, intervenuti sul luogo dell'incidente subito dopo la tragedia, sembrerebbe che l'imprenditore avesse richiesto un intervento di manutenzione per sostituire il telo che ricopriva l'enorme cisterna di biogas. Per eseguire la manutenzione era stata scelta un'impresa con più sedi tra Alto Adige e Austria che, quel 25 luglio 2019, aveva inviato gli operai a sostituire il telo.
Il 32enne, salito sulla parte superiore della cisterna, si sarebbe messo a camminare sulla copertura, già rovinata (motivo per cui ne era stata chiesta la sostituzione), al fine di agganciarla alla gru così da poterla sostituire. All'improvviso però il telo avrebbe ceduto facendolo precipitare nel liquame da quale, purtroppo, non era riuscito ad uscire affogando.
La vittima dell'incidente, fratello del titolare della ditta subappaltatrice, non si era legata con la cintura di sicurezza prevista per legge proprio per scongiurare simili tragedie: spetta ora al giudice stabilire se vi siano responsabilità anche in capo ad altre persone per questo grave errore o meno.
Per tutti gli imputati l’ipotesi di reato è quella di cooperazione in omicidio colposo dovuto a inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro.