Morta in piscina: Josephine era ubriaca, caso chiuso
Ecco a cosa sarebbe da imputare la causa della morte della 35enne nigeriana.
Morta in piscina: chiesta l'archiviazione dell'inchiesta.
Morta in piscina
Secondo il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, in base agli elementi raccolti durante le indagini, è possibile chiedere l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Josephine Odijie. La 35enne nigeriana era stata trovata in piscina, senza vita, la mattina del 3 giugno 2018.
Ubriaca
Gli esami autoptici hanno rivelato infatti che la giovane fosse ubriaca, quando ha deciso di fare un tuffo nella piscina della casa padronale della cascina Reghinera di Cavacurta di Castelgerundo. Da circa otto anni aveva un legame con il proprietario dell'immobile, un 78enne imprenditore agricolo, che si trovava però in Toscana quella tragica notte. Nessun testimone e qualche contusione sul corpo, elementi che avevano portato a non escludere l'omicidio.
Niente di strano
L'autopsia conferma che la donna non faceva uso di droga, non sarebbe morta per congestione e che le ecchimosi trovate sul corpo non sono compatibili con "ferite da difesa". Inoltre sul suo cellulare non sono stati trovati contatti sospetti. Pare quindi che la tragedia sia da imputare al fatto che Josephine fosse molto ubriaca e con leggerezza abbia sottovalutato i rischi di un bagno notturno in quelle condizioni, che sarebbe stato fatale.
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