Morta dopo un raschiamento, tre medici di Humanitas a processo

L’udienza preliminare inizierà il 10 dicembre. Humanitas ha diffuso una nota sulla vicenda.

Morta dopo un raschiamento, tre medici di Humanitas a processo
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L’udienza preliminare inizierà il 10 dicembre. Humanitas ha diffuso una nota sulla vicenda.

Morta dopo un raschiamento, tre medici di Humanitas a processo

Come riporta GiornaledeiNavigli.it, tre ginecologi dell’Humanitas indagati per omicidio colposo. A chiedere il rinvio a giudizio per gli specialisti, il pm Mauro Clerici che segue l’inchiesta nata dopo la denuncia sporta dal compagno di una donna di 40 anni, morta ad aprile dello scorso anno.

La ricostruzione dell’episodio

I medici sono accusati di non aver asportato subito l’utero che le avevano per errore perforato durante il raschiamento, una procedura che si era resa necessaria dopo un aborto spontaneo avvenuto alla nona settimana. Sono state fatte diverse trasfusioni ma gli specialisti non hanno proceduto con l’isterectomia, come previsto in casi del genere. Un’operazione che, secondo l’accusa, avrebbe potuto salvare la vita alla donna, già mamma di una bimba di quattro anni. Secondo la ricostruzione, durante l’operazione di raschiamento si è verificata una grave emorragia dovuta alla perforazione accidentale dell’utero. Ma le condizioni della 40enne si sono aggravate in fretta, proprio a causa, sempre secondo l’accusa, della mancata asportazione immediata dell’utero.

La nota di Humanitas

Ora il giudice ha chiesto il processo per i tre ginecologi dell’istituto di Rozzano. L’udienza preliminare inizierà il 10 dicembre 2019.  Humanitas ha diffuso una nota sulla vicenda:

“La paziente è stata sottoposta ad un intervento chirurgico di natura ginecologica. Durante l’intervento si è manifestata una seria complicanza cui è seguita un’improvvisa e inarrestabile emorragia. A nulla sono valsi tutti gli interventi messi in atto dall’équipe chirurgica e il coinvolgimento di tutte le risorse professionali e tecnologiche di Humanitas. L’ospedale esprime il proprio forte e sincero rammarico per quanto accaduto, nonostante tutti gli sforzi profusi”.

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