SPORT E CORONAVIRUS

La fake news sulla mascherina per fare sport: ecco perché si può correre senza

Si dovrà comunque averla con sé, ma per usarla prima e dopo l’allenamento, non durante.

La fake news sulla mascherina per fare sport: ecco perché si può correre senza
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Con la Fase 2 si torna a poter fare attività fisica all’aperto. Si può, come sappiamo, correre ma individualmente e non in gruppo, in ogni caso mantenendo la distanza di sicurezza quando si incrociano altri runner o persone in parchi e aree verdi ai quali è possibile accedere. Il decreto del Governo non impone l’uso della mascherina, se non prima e dopo l’allenamento, e c’è un buon motivo.

Dagli esperti arrivano indicazioni precise

Come riporta Prima Bergamo: «L’uso della mascherina durante un’attività fisica aerobica più o meno intensa non solo non serve, se si pratica individualmente, ma può essere pericoloso», spiega Daniele Casalini, medico chirurgo, direttore dell’Unità di Ortopedia 2 della Clinica Zucchi di Monza e consulente traumatologo dell’Armani basket Milano. Durante la corsa, infatti, si inspira ossigeno, ma si espira anidride carbonica che rimane nello spazio tra la mascherina e il viso. Se la concentrazione aumenta in modo eccessivo, come accade durante uno sforzo fisico intenso, si possono avere conseguenze che vanno dal mal di testa allo stato confusionale o ai capogiri, arrivando a un aumento del battito cardiaco e della pressione. «La prima sensazione è quella della dispnea, la mancanza d’aria e difficoltà a respirare, ma si può arrivare ad avere sbandamento, perdita di lucidità e di sensi. Questo perché l’iperventilazione tipica della corsa crea un ricircolo di aria viziata e ad alta concentrazione di anidride carbonica dentro la mascherina, che viene ri-respirata», spiega il medico sportivo.

Fake news

Alcuni produttori hanno annunciato di studiare mascherine specifiche per l’attività sportiva, che consentirebbero lo scambio tra i gas accumulati a contatto col viso e l’aria all’esterno della mascherina stessa. Ma, secondo Casalini, «la trovo una forzatura. Al momento non esistono, altrimenti non ci si starebbe interrogando sulle modalità con le quali far tornare in campo i calciatori o altri atleti di sport di squadra».

(Immagine di repertorio)

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