Lodi

Incastrato dal Dna dopo dieci anni dal furto in abitazione

Nei guai un 47enne georgiano con alle spalle un'escalation di reati in ambito predatorio.

Incastrato dal Dna dopo dieci anni dal furto in abitazione
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Si dice che la Giustizia, prima o poi, presenti il proprio conto. E, a ben guardare, è proprio ciò che è successo a circa più di dieci anni di distanza da quel lontano 5 novembre 2010, quando un ignoto ladro, dopo essersi introdotto nella casa di una donna all’epoca 32enne di Lodi, rubandole dell’oro stimato in qualche migliaia di euro, si era ferito rompendo il vetro della finestra, lasciando sul pavimento tracce ematiche repertate dagli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lodi.

Incastrato dal Dna dopo dieci anni dal furto in abitazione

Il reperto biologico, questo il termine tecnico utilizzato nel gergo, venne successivamente spedito agli specialisti del R.A.C.I.S. Carabinieri di Parma, sezione biologia, che l’inserirono nella banca dati nazionale del DNA per un primo raffronto che all’epoca diede riuscì essenzialmente a ricondurlo ad un uomo, non ancora identificato.

Fatto sta che recentemente, gli stessi uomini del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma, analizzando un altro campione biologico di soggetto noto, hanno stabilito senza tema di smentita che il profilo genetico maschile del soggetto ignoto repertato nell’appartamento di Lodi il 5 novembre 2010, era sovrapponibile a quello di I.I., 47enne originario di Tblisi in Georgia, allo stato irreperibile.

Un'escalation di reati

E non poteva essere altrimenti, considerato che I.I., giunto in Italia asseritamente per motivi familiari nell’ottobre 2014, già a febbraio dell’anno successivo si era distinto, per la prima volta, come ladro d’appartamento, finendo per essere deferito all’A.G. di Bologna per un tentato furto in abitazione. Da quel momento è stata tutta un’escalation di reati in ambito predatorio, con la predilezione per furti in abitazione, che I.I. ha commesso praticamente senza soluzione di continuità tra l’Emilia e la Liguria, fino a colpire anche nel lodigiano, dove grazie alla competenza dei militari intervenuti per il sopralluogo, è stato possibile smascherarlo.

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