Il Mago Candido chiede di patteggiare 4 anni e mezzo di carcere
Alle vittime spetterebbe un risarcimento di poche migliaia di euro mentre per il cartomante arriva un sequestro da 3,6 milioni.
Dopo essere finito a processo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al reimpiego di denaro di provenienza illecita, il noto "Mago Candido" ora chiede di patteggiare quattro anni e mezzo di carcere.
Era già stato condannato
Conosce già le aule di giustizia il "Mago Candido", ossia il 70enne Renzo Candido Martini, originario del Piemonte ma da anni residente a Castelgerundo: nel 2005 infatti era già finito a processo per circonvenzione di incapace davanti al Tribunale di Cremona. In primo grado il processo aveva portato alla sua condanna a due anni e due mesi, ridotta dalla Corte d'Appello di Brescia nel 2006 a un anno e sette mesi.
Ha chiesto di poter patteggiare
Un processo che evidentemente non gli è bastato, visto che nel corso degli anni ha proseguito le proprie attività illecite e ora si ritrova a patteggiare ammettendo le proprie responsabilità per una riduzione della condanna.
Pare infatti che il Mago Candido tramite i propri legati abbia chiesto di patteggiare quattro anni e mezzo per i reati di truffa aggravata e al reimpiego di denaro di provenienza illecita.
Il giudice del Tribunale di Lodi, recepita la richiesta, si è riservato sulla decisione. In caso di patteggiamento a sole 5 vittime (su 86 complessive) vittime spetterà un risarcimento di poche migliaia di euro a testa mentre al sedicente mago verranno confiscati 3,6 milioni di euro.
Era finito in manette un anno fa
Era il 29 maggio 2020 quando all'alba la Guardia di Finanza di Lodi aveva fatto scattare gli arresti e i sequestri: in manette, oltre al mago, anche la moglie e la figlia. Ai tempi infatti era stata riconosciuta l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere comporta dal mago Candido, dalla moglie e dalla figlia, tutti e tre finiti agli arresti domiciliari durante l’operazione di un anno fa.
Il mago dichiarava pericoli immaginari e prospettava alle vittime la possibilità di prevenire questi mali mediante le proprie doti, ottenendo il versamento di notevoli somme di denaro. In certi casi i soggetti versavano somme che, in un solo colpo, superava anche i 10mila euro. Non è stata ipotizzata l’ipotesi del reato di estorsione perché le condotte degli indagati si sono fermate sul piano della truffa.
In un caso specifico una donna, originaria della provincia di Rimini, era arrivata a versare complessivamente 350mila euro per farsi aiutare dal cartomante.