Falsificò un testamento (e tanto altro): arrestato ex sindaco del Lodigiano VIDEO
E' finito agli arresti domiciliari: indagata anche una 70enne.
L'ex sindaco di Santo Stefano Lodigiano, Massimiliano Lodigiani, è finito questa mattina in manette per per truffa, peculato, falsità in testamento olografo, turbata libertà degli incanti, istigazione alla corruzione e circonvenzione d'incapace. La lista dei reati di cui è accusato è lunga, ma c'è anche un'altra indagata.
Le indagini della Guardia di Finanza
Le indagini della Guardia di Finanza lodigiana sono partite da una denuncia presentata dall'ultimo sindaco dimissionario insieme al segretario comunale, denuncia che aveva riguardato solo alcune delle accuse ma che, grazie a successivi accertamenti, hanno portato all'individuazione di ulteriori fatti criminosi. Ulteriori accertamenti sono ora in corso e devono essere verificate anche altre situazioni: non è pertanto esclusa la commissione di altri reati.
Com'è noto, attualmente a Santo Stefano Lodigiano c'è un commissario prefettizio che ha collaborato alle indagini, iniziate un anno fa. Gli operanti hanno effettuato un lavoro certosino per ottenere gli elementi necessari per sostenere l'accusa.
I Militari del Comando Provinciale di Lodi questa mattina hanno eseguito un’ordinanza che applica misure personali e reali nei confronti di un ex amministratore pubblico del Comune di S. Stefano Lodigiano e di un'altra persona indagata.
Le indagini, svolte dal Gruppo di Lodi, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno permesso di far luce su gravi episodi di truffa, per il periodo dal 2004 al 2019, da parte dell’indagato principale che ha falsificato la firma del segretario comunale al fine di ottenere indebiti rimborsi riferibili ai permessi amministrativi concessi dalla società di cui è dipendente per svolgere le sue mansioni di amministratore pubblico in seno a giunte e consigli comunali mai tenutisi.
I rimborsi indebitamente percepiti farebbero riferimento al reato di falso ideologico, da cui è partito l'esposto da parte del sindaco dimissionario, e riguardano la falsa partecipazione del soggetto a una serie di riunioni di giunta o di consigli comunali in dati e orari in cui il soggetto è risultato essere presente in altri luoghi. Il soggetto, dipendente di una ditta, aveva fatto ottenere alla stessa dei rimborsi per la propria assenza per un totale complessivo di circa 28mila euro.
Falsificazione di testamento
Inoltre, nel 2018, avendo la tutela provvisoria di una sua concittadina ne ha falsificato il testamento olografo consentendo al Comune di ereditare tutti i beni mobili ed immobili per un valore complessivo di 1 milione di euro; successivamente, a seguito dell’impugnazione del testamento da parte dei congiunti ha sollecitato gli stessi a rinunciare all’azione civile di accertamento dell’autenticità, offrendogli la cessione di alcuni terreni di proprietà dell’asse ereditario non ancora alienati dal Comune ad un prezzo di molto inferiore a quello di mercato promettendogli, peraltro, di restituirgli la somma pagata per l’acquisto, in contanti.
I legittimi eredi non solo hanno rifiutato il tentativo di corruzione ma hanno intentato una causa civile ancora in corso.
Turbativa d'asta
L’indagato, durante uno dei suoi mandati di amministratore ha gestito una licitazione privata del Comune alterandone il funzionamento, permettendo ad uno dei partecipanti di rimodulare le proprie offerte in modo da aggiudicarsi i beni all'asta al prezzo più conveniente, a scapito degli altri concorrenti e dello stesso Comune.
Nel corso della vendita di uno degli immobili ci sono state, come risulta dal capo d'accusa, indicazioni preventive agli offerenti riguardanti informazioni sul tipo di offerte economiche da presentare per assicurarsi l'aggiudicazione di alcuni immobili all'asta. Questa accusa è relativa a fatti verificati all'aprile del 2019.
Circonvenzione di incapace
Infine, in un’occasione le indagini hanno permesso di riscontrare che una persona anziana affetta da parziale infermità psichica è stata indotta a formare un testamento olografo nel quale gli indagati erano costituiti eredi del patrimonio mobiliare ed immobiliare (più precisamente destinatari del lascito sarebbero stati l'ex sindaco e un parente stretto della seconda indagata).
E' in questo contesto che secondo le accuse la seconda indagata, una 70enne che operava come libera professionista nel pubblico prima di andare in pensione, avrebbe perpetrato il reato di concorso in circonvenzione di incapace e tentativo di circonvenzione di incapace.
Le misure assunte
Alla luce delle evidenze probatorie emerse il Giudice per le indagini preliminari di Lodi, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto per Massimiliano Lodigiani (classe 1968) gli arresti domiciliari mentre per R. F. (classe 1950) l’obbligo di presentazione due volte a settimana alla polizia giudiziaria nonché il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di euro 39.262,57 in relazione ai reati di truffa e peculato e di euro 292.793,77 e di n. 12 immobili (otto terreni a San Fiorano e quattro fabbricati a Santo Stefano), ad oggi di proprietà del Comune di Santo Stefano Lodigiano, costituenti il profitto del reato di falso testamento olografo. Questi beni immobili rimangono di proprietà del comune, a differenza di altri beni ottenuti dal Comune grazie a testamento olografo falsificato ma già venduti a terzi in buona fede.
Le somme provento del reato di truffa aggravata e di peculato sono state sequestrate anche per equivalente, gli immobili invece sono stati sequestrati in via preventiva.
Giordana Liliana Monti