E' ufficiale, da lunedì la Lombardia in zona arancione LE REGOLE
"Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure".
L'ufficialità è arrivata: da lunedì 1 marzo 2021 la Lombardia torna in zona arancione. Quindi ci attendono misure più stringenti. A comunicarlo è il presidente della Regione, Attilio Fontana.
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La Lombardia torna in zona arancione
“Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicare che da lunedì prossimo, 1 marzo, la Lombardia sarà in fascia arancione. Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure. Le informazioni scientifiche ormai ci sono. I cittadini e le imprese devono essere garantiti nella vita quotidiana con un orizzonte più lungo della verifica settimanale. Hanno necessità di programmare e avere maggiori certezze. Il nuovo Governo può dare un importante segnale di discontinuità su questo tema e - sono certo - avrà al suo fianco le regioni”.
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
"Trovare equilibrio tra salute e sistema economico"
“Ogni settimana, da mesi – aggiunge il governatore - il venerdì, tutte le regioni e i cittadini del nostro Paese attendono il responso e l’Ordinanza del ministero della salute, in un inevitabile quadro di oscillazioni di aperture e chiusure per le attività non solo economiche”.
“Sono mesi che nell’ interlocuzione con il Governo – conclude Fontana - insisto su un punto: sappiamo molto bene quali sono i comportamenti non pericolosi e quelli compatibili con le diverse attività sociali ed economiche, a patto di seguire le regole che tutti ci siamo dati. Auspico quindi che si lavori su questo trovando un equilibro tra la necessità di garantire da un lato la sicurezza sanitaria e, dall’altro, la tenuta del sistema economico”.
Arancione, cosa cambia
E il passaggio in arancione per il Piemonte significherebbe nuove restrizioni:
- è consentito spostarsi all’interno del proprio Comune, tra le ore 5:00 e le 22:00, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate. Gli spostamenti verso altri Comuni sono consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
- visite ad amici o parenti, consentite, una sola volta al giorno, e all'interno dello stesso Comune, tra le ore 5.00 e le 22.00, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5:00 e le 22:00, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.
- bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e locali chiusi con il solo permesso di effettuare vendita da asporto tra le 5 e le 22 (per i bar senza cucina solo fino alle ore 18). La consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario, ma deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti.
- attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali sono sospese, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per le attività riabilitative o terapeutiche e per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, che devono partecipare a competizioni ed eventi riconosciuti di rilevanza nazionale con provvedimento del CONI o del CIP. Si può fare attività motoria solo all’interno del proprio Comune, se questo supera i 5.000 abitanti.
- I dispositivi di protezione delle vie respiratorie (mascherine) devono essere obbligatoriamente indossati sia quando si è all’aperto, sia quando si è al chiuso in luoghi diversi dalla propria abitazione, fatta eccezione per i casi in cui è garantito l’isolamento continuativo da ogni persona non convivente. L’obbligo non è previsto per: bambini sotto i 6 anni di età; persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina; operatori o persone che, per assistere una persona esente dall’obbligo, non possono a loro volta indossare la mascherina (per esempio: chi debba interloquire nella L.I.S. con persona non udente). Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all’aperto che al chiuso: mentre si effettua l’attività sportiva; mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito; quando si sta da soli o esclusivamente con i propri conviventi.
Nuovo Dpcm
Nel frattempo si discutono anche le misure per il nuovo Dpcm che sarà effettivo dal prossimo 6 marzo 2021 e avrà durata di un mese, ossia fino al 6 aprile, comprendendo quindi anche il periodo pasquale. La novità è che le misure entreranno in vigore dal lunedì e non più dalla domenica come è stato fino ad ora.
Secondo le indiscrezioni nel nuovo Dpcm resteranno le divisioni a fasce, così come è stato fino ad ora. No ad un lockdown generalizzato, ma misure a livello locale, con l'istituzione di zone rosse e arancione scuro.
Si parla anche della possibilità di poter riaprire con le dovute precauzioni i luoghi della cultura, ossia cinema e teatri e anche dell'allargamento della cabina di regia ai ministeri economici per facilitare i ristori alle attività che stanno maggiormente vivendo le conseguenze delle misure restrittive.
Ultima novità è la possibile riduzione dei componenti del Cts, il Comitato Tecnico Scientifico, e l'istituzione di un unico portavoce.