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Covid, medici di base e cure domiciliari: il Codacons diffida la Regione Lombardia

Nuova azione dell'associazione, questa volta direttamente contro la Regione più colpita anche in questa seconda ondata

Covid, medici di base e cure domiciliari: il Codacons diffida la Regione Lombardia
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Il Codacons ha deciso di inviare una diffida alla Regione Lombardia dopo le parole dell’infettivologo Massimo Galli sulle linee guida per i medici di base, “quasi pronta”.

Covid e medici di base, il Codacons contro la Regione

Come riporta Prima Saronno, “Quasi pronte le linee guida per i medici di base”. Sono queste le parole dell’infettivologo di riferimento di Regione Lombardia che hanno mosso l’ultima diffida del Codacons: “Come al solito troppo tardi, cosa ha fatto la regione Lombardia in tutto questo tempo?”. Le linee guida cui si riferisce Galli, infatti, dovrebbero prevedere una serie di indicazioni utili per il medico di medicina generale per la pratica quotidiana e per offrire il massimo possibile dell’assistenza alle persone che stanno a casa.

“Cosa è stato fatto in questi mesi?”

“La domanda che sorge spontanea a sentire le parole di Galli però è questa – ribadisce il presidente del Codacons Marco Donzelli – come è possibile che vengano pensate solamente adesso che siamo a metà Novembre con la pandemia che sta facendo il suo durissimo corso in Italia delle linee guida da dare ai medici di base per l’assistenza domiciliare ai contagiati? Cosa è stato fatto in questi mesi? Perché la Regione Lombardia non ha pensato al potenziare l’assistenza domiciliare, dando una prima assistenza a tutti, evitando così i sovraffollamenti negli ospedali?”
Domande che da Donzelli, e non solo, vengono rivolte alla Regione, finora senza troppe risposte.

“Come abbiamo purtroppo avuto modo di constatare la Regione si è fatta prendere totalmente impreparata dalla seconda ondata della pandemia, soprattutto in alcune province (Como, Varese, Monza Brianza su tutte) ma anche a Milano, dove il sistema di tracciamento è andato completamente in tilt, costringendo il cittadino a tutelarsi da solo, spesso facendo ricorso alla sanità privata – conclude Donzelli – Un vero e proprio disastro di cui chiediamo spiegazioni alla Regione Lombardia.”

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