Crisi

Condevo, 34 dipendenti verso il licenziamento a causa della svolta green dell'Europa sul fronte caldaie

I lavoratori in protesta hanno scioperato nella giornata di ieri, lunedì 19 febbraio 2024, manifestando il loro dissenso all'esterno della sede di Assolombarda a Lodi

Condevo, 34 dipendenti verso il licenziamento a causa della svolta green dell'Europa sul fronte caldaie
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Soprattutto in questi tempi in cui si toccano con mano gli effetti del cambiamento climatico e dell'inquinamento atmosferico, agire verso una svolta green risulta più che mai decisivo. Ma il processo verso la transizione energetica, per quanto virtuoso sia, si porta dietro con sé anche delle conseguenze piuttosto problematiche. E' stato questo il caso della Condevo Spa, società che a Marudo e Vidardo, in provincia di Lodi, produce componenti per caldaie. L'azienda lodigiana, complice la nuova normativa dell'Unione Europea sulle caldaie, ha visto un calo strutturale di produzione, circostanza che porterà al licenziamento di un terzo del personale.

Licenziamenti Condevo, lavoratori in sciopero e protesta sotto Assolombarda

Di fronte a questa inevitabile realtà dei fatti, nel corso del pomeriggio di ieri, lunedì 19 febbraio 2024, i sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl hanno organizzato un presidio sotto la sede di Assolombarda in via Hausmann a Lodi. Alla protesta hanno partecipato i lavoratori dell'azienda lodigiana in sciopero.

 

Insieme alle sigle sindacali hanno preso parte alla manifestazione anche Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Partito democratico, e Luisangela Salamina, componente della segreteria provinciale PD con delega al lavoro.

"Lo scopo del presidio - ha dichiarato la consigliera regionale del Pd - è stato quello di chiedere il ritiro della procedura aperta di licenziamento collettivo per 34 dipendenti e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, a partire dal Contratto di solidarietà".

"Una situazione che desta preoccupazione"

Il faccia a faccia avvenuto tra la proprietà della Condevo Spa e i sindacati, tuttavia, desta una grave preoccupazione:

"L’azienda - ha affermato la consigliera Valacchi - non prevede nessun contratto di solidarietà per i dipendenti che intende licenziare. Nessun ragionamento di innovazione e nessuna prospettiva da parte di un’azienda che non è più in grado di investire nelle caldaie a condensazione e che ha deciso di delocalizzare, ma le scelte aziendali non devono essere pagate dai lavoratori".

Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Partito democratico, con i rappresentanti dei sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl al presidio di protesta sotto Assolombarda

L'azienda lodigiana, oltre ai licenziamenti del personale, starebbe valutando di spostare la produzione all'estero, in località con costi minori e con regolamenti meno rigidi. Questo scenario si sta venendo a creare perché, come affermato in apertura, la Condevo avrebbe non poche grane di fronte alla nuova normativa dell'Unione Europea sulle case green, direttiva che si pone l'obiettivo emissioni zero per gli edifici (nel dettaglio: entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero, mentre entro il 2050 tutto il patrimonio edilizio esistente dovrà trasformato in edifici a emissioni zero).

Tale circostanza comporta che tutti gli Stati membri dovranno adottare chiare misure per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento dei propri edifici. Con il passare degli anni, quindi, si procederà a eliminare i combustibili fossili dal riscaldamento e dal raffreddamento e ciò equivale al definitivo addio alle caldaie a gas entro il 2040. Per raggiungere questo scopo, l'UE ha votato per il divieto alla commercializzazione e vendita delle tradizionali caldaie a condensazione dal 2029. Da qui sarebbe dipeso prima il calo strutturale di produzione per la Condevo, poi la decisione di ridurre la forza lavoro di un terzo e quindi di 34 dipendenti su 98 totali.

"È necessario, come ormai ribadisco da tempo, che la Regione Lombardia intervenga al più presto per farsi parte attiva e convochi al più presto quel tavolo su cui si era impegnata lo scorso novembre, a seguito dell’audizione da me richiesta in commissione Attività produttive - ha aggiunto la consigliera dem - Un tavolo serio e non improvvisato, che preveda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti e che permetta di accompagnare queste persone garantendo loro dignità e reddito, attraverso l’attivazione di tutte le politiche regionali per il lavoro, ponendo le basi per salvaguardare il futuro di questi lavoratori".

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