IN LOMBARDIA

Bar e pub possono stare aperti dopo le 18, ma solo con poche persone

L'importante è che il servizio sia effettuato al tavolo per evitare assembramenti al bancone.

Bar e pub possono stare aperti dopo le 18, ma solo con poche persone
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Coronavirus, ok all’apertura di bar e pub dopo le 18 ma con numero contingentato di persone. 

Bar aperti anche dopo le 18

I bar non dovranno più chiudere alle 18 grazie ad un “aggiornamento” previsto nelle prossime ore all’ordinanza di Regione Lombardia che, a causa dell’emergenza Coronavirus, aveva imposto la chiusura di tutti i bar a partire dalle 18 fino alle 6 del mattino. Ma per evitare assembramenti, il servizio bar dovrà essere gestito solo al tavolo dal personale e non direttamente al bancone.

Le precisazioni di Regione Lombardia

“I bar e/o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande possono rimanere aperti come i ristoranti, a condizione che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto dall’esercizio”.

Lo chiarisce una FAQ pubblicata sul sito della Regione Lombardia (https://bit.ly/2VoHO7J) ricordando che:

“L’obiettivo dell’ordinanza che regola le prescrizioni per il contenimento del Coronavirus nelle aree regionali classificate come ‘gialle’ (ovvero valide su tutto il territorio regionale ad eccezione della ‘zona rossa’) è quello di limitare le situazioni di affollamento di più persone in un unico luogo. L’amministrazione sulla base delle valutazioni di ogni specifica situazione può dettagliare ulteriormente l’ordinanza in coerenza con l’obiettivo della stessa”.

Sul sito della Regione sono state pubblicate interpretazioni autentiche che chiariscono cosa prevede l’ordinanza firmata domenica dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e dal ministro della Salute, Roberto Speranza che non è stata ne’ modificata ne’ aggiornata e resta pienamente in vigore.

“Nei ristoranti – chiarisce la Nota – può entrare un numero contingentato di persone. Lo stesso, dunque, vale anche per i bar dove ci sono posti a sedere contingentati e che effettuano servizio al tavolo e non al bancone”. 

Confcommercio su Coronavirus

Sulla situazione dei bar, che stanno vivendo uno dei momenti più complessi della loro storia, come conseguenza alla grave emergenza pubblica collegata alla diffusione del Coronavirus è intervenuta anche Confcommercio.  La contrazione dei flussi turistici e il crollo della domanda interna di consumi fuori casa stanno determinando una riduzione fino al 70-80% del fatturato dei pubblici esercizi. Una situazione difficile che si è innestata in un contesto già delicato, caratterizzato da una preoccupante stagnazione dell’economia. Di fronte alle limitazioni imposte ai pubblici esercizi, la Fipe è intervenuta inviando una lettera ai ministri dello Sviluppo Economico, dell’Economia, delle Politiche Sociali e del Turismo. Il presidente nazionale Fipe Lino Stoppani ha chiesto in primis “la messa in stato di crisi del settore e interventi tempestivi ed efficaci, che possano aiutare le imprese a sostenere l’impatto derivante dal Coronavirus”.

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