Arcigay Pavia: "Omobullismo in mezzo a minorenni". Ma il Vescovo si difende
"Non è giusto che si possa fare passare messaggi tanto discriminatori che rischiano inoltre di mandare in crisi i ragazzi nell'ambito della scuola pubblica."
Arcigay Pavia non ha alcuna intenzione di lasciar cadere le accuse di omofobia rivolte al Vescovo di Pavia.
Arcigay Pavia sulle dichiarazioni di Sanguineti
E’ altissima l’attenzione sulla questione inerente le dichiarazioni del Vescovo di Pavia circa l’omosessualità. L’ecclesiastico è stato invitato a parlare in un ciclo di conferenze all’istituto superiore Ipsia, in quell’occasione, interrogato dai ragazzi sull’omosessualità, avrebbe rilasciato dichiarazioni che qualificavano l’orientamento omosessuale come contrario rispetto all’ordine naturale delle cose e che un buon cristiano può non assecondarlo. Come era prevedibile, anche in considerazione della natura dell’uditorio – presenti moltissimi minorenni – tali esternazioni hanno scatenato feroci polemiche e reazioni, soprattutto in relazione alla parte in in Vescovo specificava che un buon cristiano può non favorire le proprie inclinazioni. In molti ci hanno visto un richiamo alle teorie riparative.
Ecco l’audiomontaggio realizzato dall’Arcigay:
Andiamo per ordine: abbiamo sentito la Presidentessa dell’Arcigay di Pavia e riportato le precisazioni del prelato in merito all’interpretazione che sarebbe stata data alle sue parole.
Barbara Bassani dell’Arcigay di Pavia
Barbara Bassani, presidentessa del circolo “Coming out” di Pavia ci ha spiegato per quale motivo ritiene che queste dichiarazioni possano essere gravissime: “Partiamo da un dato: la platea alla quale si è rivolto il Vescovo era composta da ragazzi molto giovani, in larga fetta minorenni. Supponiamo che fra loro ci fosse anche uno solo che ha dei dubbi circa il proprio orientamento sessuale. Sentirsi dire che non sarà mai felice, che sta andando contro l’ordine delle cose abbracciando modelli disordinati, da un figura influente e credibile come un Vescovo lo getterà nello sconforto. Non è giusto che si possa fare passare messaggi tanto discriminatori che rischiano inoltre di mandare in crisi i ragazzi nell’ambito della scuola pubblica. Così facendo, peraltro, si legittima anche l’omobullismo. Nel momento in cui un’autorità legittima la discriminazione a sfavore di qualcuno in base a un semplice tendenza sessuale sta dando l’esempio ai più giovani sdoganando il giudizio e l’emarginazione.”
Coinvolgere le associazioni nazionali
La Bassani è infatti perplessa circa il fatto che sia consentito legittimare forme di giudizio svalutanti in base a orientamenti sessuali, in ambiti come la scuole pubbliche. Per questo l’Arcigay di Pavia intende confrontarsi a livello nazionale al fine di denunciare l’evento e battersi affinché non ricapiti.
Il precedente “Cacciati dai gradini della chiesa”
La Presidentessa ha inoltre posto l’accento su precedente, che interessa sempre l’attuale Vescovo Corrado Sanguineti. “Nel mese di ottobre 2017 abbiamo partecipato ad un evento locale che si chiama Giocanda, insieme ad altre associazioni, declinato per grandi che piccini. All’interno della città ogni associazione propone delle attività per far conoscere la propria realtà. Abbiamo sempre partecipato con un intervento in cui venivano lette fiabe lgbt. Specifichiamo che si tratta di storie scritte da attenti pedagoghi, che parlano di amore e inclusione, con grandissimo tatto e rispetto. I bambini che venivano ad ascoltarle erano serenamente accompagnati proprio dai genitori che a loro volta non hanno mai trovato nulla da ridire. Finché c’era il Vescovo Giovanni Giudici leggevamo tranquillamente le nostre fiabe sulle scalinate del Duomo, con la nostra bandiera arcobaleno. L’anno scorso siamo stati cacciati dai gradini della Chiesa del Carmine dal prete della chiesa. Finché c’era il Vescovo Giudici c’era reciproco rispetto per le differenti posizioni, ma tolleranza e libertà di esprimerci.”
Attenti alle teorie riparative
“La cosa che mi fa più paura, sinceramente” prosegue la Bassani “è che passi ancora il messaggio che si debba riparare all’omosessualità. Non è qualcosa che si sceglie, bensì un modo di essere. Qui invece si parla di non coltivarla, di correggersi. Nel pieno stile della teoria riparativa. Che altro non fa che generare immani disagi psicologici e frustrazioni”.
La difesa del Vescovo
Sanguineti ha tenuto a sua volta a puntualizzare alcuni punti che ritiene siano stati travisati, rendendo pubblica una missiva a un giornale del Pavese: “Ho precisato che la Chiesa, nella sua riflessione che nasce dalla Sacra Scrittura, accolta come parola ispirata da Dio, considera l’orientamento omosessuale una “tendenza disordinata” in rapporto alla natura della creazione, rivelata da Dio. Ovviamente la dottrina della Chiesa non è imposta a nessuno, è proposta e chiede di essere accolta con la luce della ragione, illuminata dalla fede: alle persone che hanno orientamento omosessuale e che sono credenti, la Chiesa propone un cammino in cui non assecondare questo orientamento, ma viverlo solo come amicizia solidale, e vi sono omosessuali cristiani che, pur con fatiche e cadute, – come tutti – riescono a realizzare una forma di vita che li rende contenti. Ora, con questo non ho mai detto che tutti gli omosessuali sono destinati all’infelicità, e non credo che l’insegnamento della Chiesa su questo tema e l’accompagnamento che offre alla libertà delle persone cristiane omosessuali possa essere inteso come violenza, come “pietre scagliate” contro qualcuno, come disprezzo e discriminazione.”