Appalti e piscine: l'ex-sindaco Uggetti ha agito "per il bene della città"
I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno reso noto le motivazioni della sentenza sul caso-appalti.
L'ex-sindaco di Lodi Simone Uggetti, 48 anni, assolto dopo una pesante gogna mediatica per il caso-appalti e piscine, ha agito per interesse pubblico. La notizia della sua estraneità a qualsivoglia reato era già circolata ma adesso ci sono le motivazioni che i giudici hanno messo nero su bianco nella sentenza di assoluzione. La Corte d'Appello di Milano non dà margini di dubbio né lascia spazio ad interpretazioni. Uggetti non ha favorito nessuno, ha agito per il bene comune e nell'esclusivo interesse della comunità. Come una figura istituzionale dovrebbe sempre fare insomma. Le esatte parole dei giudici sono: "Ha agito per un acclarato perseguimento di obiettivi corrispondenti all'interesse pubblico".
Una bella soddisfazione per l'esponente del Pd, condannato in primo grado a dieci mesi di carcere ed a pagare una somma di risarcimento al Comune.
Secondo l'accusa Uggetti avrebbe favorito la società "Sporting Lodi", partecipata al 45% dal Comune tramite una municipalizzata, per la gestione delle piscine scoperte. In occasione di un interrogatorio, l'ex-sindaco ha dichiarato di aver privilegiato la società partecipata operando "per il bene della città, non per interesse" nell'ottica di preservare gli equilibri di bilancio del Comune. Una tesi che pare corrispondere alla realtà dei fatti, almeno per quanto emerso in sede di giudizio.
Un altro caso dunque di "gogna mediatica" e di "macchina del fango" che viene a galla dopo anni (l'arresto dell'ex-sindaco Uggetti è del maggio 2016) e che dovrebbe far da monito a chiunque si affretta nel definire colpevole una persona finita in carcere o ai domiciliari.
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