A Codogno il Pd scende in piazza contro l'attuale situazione degli ospedali della Bassa
"Per affrontare i problemi che attanagliano la sanità del nostro territorio, dovremmo scrivere dei libri."
"Per affrontare i problemi che attanagliano la sanità del nostro territorio, dovremmo scrivere dei libri."
Il comunicato del Partito Democratico
Il Partito Democratico lodigiano ha sempre cercato di denunciare la preoccupante situazione della sanità lombarda. Nel mese di novembre, la prima iniziativa promossa nella Bassa si è tenuta a San Rocco e qui sono emerse le numerose falle che stavano mettendo in ginocchio soprattutto il lodigiano.
La sanità in Regione Lombardia ha investito fortemente nel privato a discapito del pubblico e ciò ha generato un sistema non più volto alla salute dei cittadini, ma al profitto.
Tutti i relatori erano arrivati alla conclusione che era necessario un cambio di rotta, posizione ampliamente condivisa dall’assemblea.
Il secondo appuntamento era fissato a Codogno per venerdì 6 marzo, ma a causa dell’emergenza sanitaria che si è abbattuta sul nostro territorio prima e in Italia poi, non si potuto tenere.
L’incontro organizzativo con il nostro consigliere regionale del Partito Democratico Gianantonio Girelli e i vari relatori si era tenuto all’inizio di febbraio; manifesti e volantini erano già stampati, i locali erano già stati prenotati… insomma, era tutto pronto per portare alla luce un sistema sanitario regionale malato, che purtroppo il Covid19 ha accentuato nella sua vulnerabilità. Dopo questa indispensabile premessa, torniamo alla situazione locale.
La competenza sanitaria
Partiamo dalla competenza sanitaria: deve essere chiaro a tutti che in Italia è di competenza delle Regioni. La sanità lombarda è sempre stata considerata tra quelle di eccellenza: come Partito Democratico non abbiamo mai condiviso la strada di incentivare il privato, penalizzando il servizio pubblico. Purtroppo così non è stato: in questi ultimi vent’anni, da Formigoni, Maroni e Fontana ciò non è avvenuto. Codogno e il Basso Lodigiano sono stati quelli più colpiti da queste scelte. Negli anni, nella provincia di Lodi, sono sorti ben tre presidi a Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano che si sono affiancati a quello più grande di Lodi.
Il depotenziamento dei presidi
Dovevano essere una grande risorsa per il territorio, ma i vari commissari straordinari e direttori generali posti dalla Regione Lombardia a guidare la nostra sanità hanno lasciato che venissero depotenziati.
Abbiamo assistito allo svuotamento centellinato dei presidi senza promuovere iniziative per il loro rilancio. Il centro destra in piazza, di giorno prometteva di tutto e poi, alla sera, creava i presupposti per lo smantellamento della rete sanitaria del territorio.
Il tutto avveniva sotto gli occhi di molti amministratori locali. Tra loro, la più assente è stata la Provincia di Lodi, istituita negli anni novanta per coordinare i Comuni nelle scelte importanti ma, in questi ultimi periodi, si è dimostrata non attenta a queste sue funzioni.
I cittadini di Codogno in particolare e quelli del lodigiano (tra i primi ad essere colpiti dalla pandemia che ha attraversato l’intera nazione), ancora una volta hanno dimostrato di essere molto lontano dalle scelte politiche del Centro Destra, Lega in particolare. Nonostante la crisi, lodigiani e codognesi hanno messo mano ai loro risparmi devolvendo, come in passato, un’enorme quantità di donazioni agli ospedali, un gesto che non deve essere tenuto nascosto.
Cos'è successo nella Fase 2
Siamo da poco entrati nella “Fase due” dell’emergenza, che ha visto l’Ospedale di Codogno, attraverso medici, infermieri e personale sanitario, impegnato in prima linea: cosa succede?
Per ringraziare tutti, il premio è lo svuotamento dell’Ospedale di Casalpusterlengo: dopo aver chiuso reparti importanti come Riabilitazione ortopedica e geriatrica, Medicina, Oncologia, Day Hospital oncologico, aspettiamo da un momento all’altro la chiusura della Dialisi e dell’Hospice. Rimarranno sicuramente attive le sole camere mortuarie.
E Codogno? A breve dovrebbe riaprire il Pronto Soccorso. Forse qualche unità infermieristica prestata a Lodi dovrebbe rientrare. Restano molte perplessità sul funzionamento di questo reparto. L’accesso ai reparti è in sicurezza? I servizi di supporto sono attivi, ci riferiamo in particolare alle sale operatorie.
Dai giornali apprendiamo che tra i prossimi reparti a rischio chiusura c’è l’Ortopedia. Il ritornello è sempre lo stesso: “Mancano medici e infermieri”.
Che fine ha fatto la tanto sbandierata riabilitazione, inaugurata in pompa magna qualche settimana prima dell’arrivo del Covid19?
Chirurgia da tre mesi non utilizza le sale operatorie. Cardiologia è scomparsa, qualche infermiera è stata assegnata ai controlli dei pazienti a domicilio. Cosa dire della Rianimazione?
Ormai di Ostetricia, Ginecologia, Pediatria e Punto Nascite si sono perse le tracce. Non possiamo abbassare la guardia, accettando passivamente la situazione di smantellamento.
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Le offerte del presidio di Codogno
Guardando oggi le offerte del presidio di Codogno, la prima cosa che balza all’occhio è la mancanza di tutte le specialistiche, che una volta erano il fiore all’occhiello dell’ospedale codognese, con primari validi in ogni ambito.
In questi mesi la popolazione è stata sottoposta a situazioni di stress non indifferenti, rispondendo in modo egregio a tutte le sollecitazioni del Governo; dall’altra parte abbiamo assistito alle apparizioni dei politici locali solo per contrapporsi alle direttive nazionali. Sono state fatte dichiarazioni da continua campagna elettorale, arrivando persino a negare contatti diretti con i rappresentanti del governo, poi smascherati in televisione. Inoltre sono state fatte sfilate con tanto di fotografi e televisioni per portare dolcetti ai dipendenti dell’ospedale, i quali si aspettavano ben altri riconoscimenti per l’instancabile opera portata avanti in questi mesi.
I cittadini che, con dignità hanno sofferto per la scomparsa dei loro cari, dovevano assistere a queste esibizioni allegoriche, magari immortalate con sorrisi da film.
Il grande aiuto dei volontari
Per fortuna, in mezzo a queste mancanze, è emersa anche la capacità e disponibilità della grande forza del volontariato: Protezione Civile, volontari delle ambulanze, associazioni che gravitano intorno alle parrocchie, istituzioni pubbliche e private non hanno mai lasciato soli i più poveri e le famiglie in difficoltà. Per affrontare i problemi che attanagliano la sanità del nostro territorio, dovremmo scrivere dei libri. E’ intenzione del Partito Democratico organizzare a breve un incontro, utilizzando le piattaforme digitali con diretta anche su Facebook.