27enne cerca lavoro, la risposta: "Posizione non adatta a una ragazza, c'è da andare in giro in auto tutto il giorno"
Una vicenda che ha fatto discutere e che porta alla luce un tema spesso passato in sordina: la discriminazione sessuale sul luogo di lavoro.
Caterina ha 27 anni e quando si è sentita rispondere che non era la candidata ideale perché guidare per diverse ore al giorno non è idoneo per una ragazza ha deciso di essere stufa di un mondo del lavoro sessista e discriminatorio e ha acceso il dibattito su un tema spesso ignorato.
Un normale annuncio di lavoro
L'annuncio era chiaro, pubblicato sul gruppo Facebook cittadino, e diceva:
"Non ci interessano collaborazioni con Partita Iva per questo ruolo. Si ricerca tecnico per ampliamento staff dovuto alla crescente mole di lavoro dovuta al Superbonus 110%. La risorsa dovrà occuparsi principalmente di sopralluoghi in Lombardia, saranno forniti auto e telefono aziendali. Si richiede almeno la capacità di prendere misure ed appuntarle. Il candidato ideale ha esperienza o percorso di studi tecnico (geometra, perito, architetto, ingegnere). Non necessariamente richiesta esperienza in altro, ma precedenza a chi ne abbia anche in attestati di prestazione energetica APE, pratiche edilizie, catasto, buon uso del PC. Si ricerca per assunzione con contratto inizialmente a tempo determinato di 6 mesi rinnovabile. Residenza possibilmente nelle vicinanze dell'ufficio (San Colombano al Lambro). Inviare CV con foto, si prega di non telefonare, se ritenuti idonei sarete ricontattati. Retribuzione circa 1.200 € mensili 13ma e 14ma."
Un lavoro ideale
Il lavoro ideale per Caterina, che quest'anno compirà 27 anni e che sta cercando lavoro da qualche settimana. Dopo aver conseguito il diploma da geometra ha fatto di tutto: dalla commessa, alla barista, fino ad essere impiegata in un'azienda tessile: sempre a contatto con le persone, sempre attiva e disponibile.
In questo periodo difficile Caterina si sta candidando per decine di posizioni per le quali potrebbe essere idonea e, come accade a tutti coloro che stanno cercando lavoro (soprattutto quando c'è una pandemia in corso e una crisi economica in atto) di porte in faccia se n'è viste sbattere parecchie. Altrettanti, se non di più, sono stati i rifiuti silenziosi di chi non si è mai neppure degnato di dare una risposta alle sue candidature: ma mai qualcuno prima d'ora le aveva recriminato il fatto di essere donna. Eppure, anacronisticamente, è arrivato anche quel momento.
Una risposta che lascia senza parole
Dopo aver letto l'annuncio Caterina non ha esitato un attimo a candidarsi, senza immaginarsi che poco dopo la risposta dell'azienda sarebbe arrivata, diretta come un pungo nello stomaco.
"Buongiorno,
temo che la posizione che cerchiamo non sia adatta a una ragazza. C'è da andare in giro in auto tutto il giorno. Restando a disposizione per ogni eventuale chiarimento o necessità porgo i migliori saluti".
In che modo l'essere donna può essere d'ostacolo alla guida di un'auto? Perché una donna non può ricoprire il ruolo di geometra? Com'è possibile che nel 2021 pare non esserci ancora quella parità di genere di cui tanto si discute? Queste le domande che hanno istantaneamente affollato la mente di Caterina, che incredula e colma di rabbia ha deciso di far passare qualche giorno prima di rispondere facendo notare che:
"Ai sensi della legge 903/77 e 125/91 è vietata la discriminazione sul lavoro in base al sesso. Personalmente vi faccio presente che la mia patente di guida ha la stessa valenza di quella di un uomo. Vergognatevi per questa risposta di stampo medioevale".
La risposta dell'azienda, non ha tardato ad arrivare, forse aggravando una situazione già apparentemente discutibile:
La decisione di raccontare la storia
I giorni sono passati e seppur Caterina abbia trovato la pazienza per rispondere educatamente alla mail, la rabbia di essersi trovata di fronte ad un lampante esempio di sessismo non si è ridimensionata, motivo che l'ha spinta a raccontare la sua storia su Facebook, su quello stesso gruppo dove l'azienda aveva pubblicato l'annuncio.
Una storia che ha fatto discutere, uomini e donne insieme, accendendo l'interesse anche dello stesso datore di lavoro che nei commenti al post ha rincarato la dose scrivendo "non do per scontato che una donna non possa guidare o prendere misure. Fare 5-600 km in un giorno è impegnativo, poi se a uno non interessa...meglio! Mi passi a trovare... forse qualcosa in ufficio c'è, ma devo fare 4 conti".
Infine, trovando poca complicità da parte dei commentatori, il giovane imprenditore ha poi chiesto scusa con un semplice "Ciao a tutti, mi spiace se il genere femminile si possa sentire offeso!"
Caterina un cognome ce l'ha
Al termine del racconto di questa vicenda è bene esplicitare una cosa: non lo abbiamo inserito, ma Caterina un cognome (ovviamente) ce l'ha. Non è scritto nell'articolo perché lei non si sente sicura, ha paura che la sua denuncia le si possa ritorcere contro nella ricerca di lavoro.
"Sono una ragazza attiva sulla lotta alle discriminazioni, di ogni genere esse siano. Sono la prima che se vede che in strada c'è chi ha bisogno non esita ad aiutare, e volevo portare l'attenzione su questo problema che ancora oggi nel 2021 esiste ed è sempre forte: il sessismo e la discriminazione sul lavoro. Ma io ora un lavoro lo sto cercando e non posso permettere che la mia denuncia ostacoli la ricerca, devo pur campare.
Sono contenta che si sia discusso e se ne sia parlato, perché troppo spesso questo argomento passa in sordina. Fortunatamente in questi giorni sto facendo altri colloqui, dove ad essere presi in considerazione sono le mie esperienze e le mie competenze e non il mio sesso".
Giordana Liliana Monti